In meno di 48 ore carabinieri e magistratura pare abbiano risolto il giallo del rogo che ha devastato la sagrestia della Chiesa di Cristo Re di Comenduno di Albino. Nessuna setta satanica dietro l’episodio, né un atto di iniziazione, ma solo il gesto sconsiderato di un ragazzo malato. I militari dell’Arma di Clusone hanno infatti raccolto prove ritenute schiaccianti che incastrerebbero un giovane 27enne di Pedrengo, presunto autore, nel giro di 24 ore di due scorribande in altrettante chiese della zona; in quella di Comenduno appunto e, il giorno seguente, in quella di Capriolo (Brescia).
Il giovane, denunciato in stato di libertà, è accusato di incendio doloso e danneggiamento. Celibe, impiegato presso un’agenzia di fornitura del gas metano di Bergamo, è già noto alle forza di polizia per reati di oltraggio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, ricettazione e danneggiamento; la sua posizione è al vaglio del pm Carmen Pugliese. Il giovane, dopo il fatto di Capriolo, è stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’Ospedale di Calcinate, per gravi patologie psichiche e turbe del comportamento.
GLI INDIZI Fondamentale per incastrare il giovane, è risultata la testimonianza di una persona di Comenduno che aveva riferito ai Carabinieri di aver parlato con un giovane che, a bordo di una Fiat Uno, le aveva chiesto dove si trovasse la chiesa del Cristo Re. Alla donna, il giovane aveva poi regalato gadgets di un’azienda di distribuzione gas. Ed Dalla descrizione fatta dalla donna i militari hanno disegnato un identikit del giovane che, a livello somatico, richiamava il viso del giovane di Pedrengo. Le indagini nei confronti del giovane hanno poi permesso di accertare che la sua auto, Fiat Uno, corrispondeva con quella condotta dal giovane visto dalla testimone a Comenduno.
In una successiva perquisizione a casa del giovane sono stati rinvenuti: uno scontrino di una farmacia di Seriate, attestante che, poche ore prima del rogo, il giovane aveva acquistato tre flaconi di alcool etilico, identici a quelli rinvenuti all’interno della chiesa devastata; un paio di scarpe nere che presentavano una suola di disegno uguale alle impronte trovate all’interno della chiesa, con la suola stessa imbrattata di vernice bianca e rosa, identica a quella repertata sul luogo del reato. Il padre del giovane ha consegnato ai militari un’agenda del figlio ove, il giorno dell’incendio era indicato un appuntamento di lavoro presso una ditta di Albino. In effetti il giovane era giunto regolarmente alle 14.30 in tale ditta, ma alle 15, si era allontanato lamentando un malore, solo dopo aver preso una manciata di gadget pubblicitari dello stesso tipo di quelli consegnati poi alla signora di Comenduno. Sulla base di tali reperti e testimonianze si è pervenuti dunque alla denuncia.
(18/02/2005)
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