Anche la piccola Denise Benaglia, un anno e mezzo, e il nonno Alfredo, 68 anni, originario di Vercurago ma da anni abitante a Cisano, sono rimasti vittime del maremoto che ha colpito il Sudest asiatico. La notizia è arrivata in diretta ieri sera durante la trasmissione di Rai Uno «Porta a Porta», con un collegamento telefonico tra il conduttore Bruno Vespa e Paolo Benaglia, uno dei gemelli di Cisano che da anni fa il ristoratore in Thailandia e che dopo lo tsunami non aveva più ritrovato la figlioletta Denise e i genitori. Proprio Paolo ha dato la notizia di aver ritrovato i corpi della bimba e del padre. La salma della madre, Luisa Rota, era stata invece identificata dai due gemelli bergamaschi martedì pomeriggio.
Durante il collegamento con Vespa, Paolo Benaglia ha dichiarato con la voce rotta dalla commozione: «L’unico motivo per cui ho deciso di partecipare alla trasmissione è per dire due cose: la prima è che oggi abbiamo riconosciuto i corpi di mia figlia e di mio papà. Quello della mamma era già stato identificato due giorni fa. Il secondo motivo è la richiesta di poter riportare le salme dei nostri cari in Italia il prima possibile. So che le pratiche burocratiche sono lunghe, ma non vorremmo aspettare troppo, vista l’angoscia degli ultimi giorni».
La tragica notizia ha fatto calare il gelo nello studio di «Porta a Porta», e Vespa ha chiesto immediatamente un collegamento con Guido Bertolaso, capo della Protezione civile italiana, per avere garanzie sul rientro delle salme. Dopo qualche minuto Bertolaso è intervenuto in trasmissione ed è stato collegato telefonicamente con Paolo Benaglia, al quale ha chiesto sulla base di quali elementi erano stati identificati i corpi. «Mia madre siamo riusciti a riconoscerla tramite i tratti somatici e gli effetti personali, tra cui la fede nuziale con l’incisione della data del matrimonio e il nome di mio padre. Stessa cosa anche per il papà, che sulla fede aveva inciso il nome della mamma. Denise è stata riconosciuta per la maglietta che indossava il giorno della tragedia, insieme alla collanina che portava al collo». Una delle notizie più sconvolgenti che ha dato Paolo Benaglia riguarda la ricerca delle salme: «Prima di riconoscere i miei cari, a Phi Phi Island abbiamo visto 630 corpi».
Bertolaso ha poi chiesto al ristoratore bergamasco alla presenza di quali autorità era stata effettuata l’identificazione. «Il riconoscimento delle salme è avvenuto davanti ai carabinieri del Ris, che ringrazio per l’impegno. Ora stanno eseguendo gli esami del dna». Il capo della Protezione civile ha promesso a Paolo Benaglia che sarà fatto il possibile per riportare i suoi familiari in Italia quanto prima: «I risultati dell’esame del dna li avremo nel giro di 48 ore. Se l’identità verrà confermata, garantisco l’impegno di riportare le salme della famiglia Benaglia in Italia il prima possibile, così come è stato fatto per le tre salme dei nostri connazionali già rimpatriate in questi giorni. I nostri corrispondenti in Thailandia, tra cui quattro tecnici della Protezione civile, l’ambasciata e i carabinieri, stanno facendo il necessario. Solo con il dna si avrà la certezza assoluta dell’identità delle salme: è una procedura imposta dalle autorità thailandesi per evitare problemi».
(06/01/2005)
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