Ritirò la squadra dopo cori razzisti
Hall of Fame, premiato allenatore orobico

Tra Totti, Allegri, Zanetti c’è anche Igor Trocchia, l’allenatore bergamasco del Pontisola che ritirò la sua squadra dal campo dopo cori razzisti indidirizzati a un suo giocatore.

Undici nuove stelle sono entrate nella Hall of Fame del calcio italiano, riconoscimento istituito nel 2011 dalla Figc e dalla Fondazione Museo del calcio per celebrare le figure che hanno lasciato un segno nella storia del nostro calcio.

Commozione infine anche per il premio ’Fair Play dedicato a Davide Astori e assegnato a Igor Trocchia, il tecnico bergamasco del Pontisola che ha ritirato la sua squadra da un torneo dopo i cori razzisti di un avversario a uno dei suoi calciatori, un ragazzino di colore. «Ho portato l’album di figurine firmato dai miei giocatori perché è giusto che entriamo tutti nella Hall of fame» ha detto ricevendo il premio dal padre di Astori, Renato, visibilmente emozionato. Trocchia aveva già ricevuto anche un riconoscimento dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

A sfilare per primo nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio è stato Massimiliano Allegri (premio nella categoria allenatori), il quale come cimelio ha portato la medaglia ricevuta ieri sera per quinto titolo di fila con la Juventus con cui si è appena lasciato. «Serve tanto coraggio per raggiungere traguardi importanti ma anche incoscienza». A consegnare al tecnico livornese la coppa di cristallo, Marcello Lippi. «Tante cose ci accomunano - ha detto l’ex ct campione del mondo - fra queste la qualità dei giocatori che abbiamo allenato». Nel caso di Lippi anche ’bandierè come De Rossi che si è appena lasciato con la Roma e Barzagli reduce dall’addio al calcio: «Daniele è una di quelle persone cui sono più legato.

Per lui, in quanto grande uomo, vale la regola per cui qualsiasi cosa farà nella vita la farà bene, idem Barzagli». Subito dopo è stata premiata da Barbara Facchetti l’attuale ct della nazionale femminile, Milena Bertolini (categoria calciatrice), mentre il responsabile dei servizi sport dell’Ansa, Piercarlo Presutti, ha premiato Giancarlo Antognoni (veterano italiano), al quale ha chiesto se era più stupito dell’addio di una bandiera come De Rossi o di vedere la Fiorentina non ancora salva: «Le bandiere non andrebbero mai toccate, la Roma si è mossa in modo inconsueto. Quanto alla Fiorentina i tifosi stiano tranquilli, si salverà».

Riconoscimento anche per Javier Zanetti (giocatore straniero): «Il calcio è cambiato ma i valori da trasmettere ai giovani restano gli stessi» ha detto ricevendo il premio da Gianni Rivera. Sono poi sfilati l’ex presidente della Figc Antonio Matarrese (dirigente italiano) premiato dall’attuale numero uno federale, Gabriele Gravina, e il designatore, Nicola Rizzoli (categoria arbitro) ,che ha donato la maglia con cui ha diretto la finale mondiale 2014 Germania-Argentina. «Stiamo cercando di essere più trasparenti e precisi possibile. Col centro Var a Coverciano miglioreremo l’utilizzo tecnologico».

Premi alla memoria per Amedeo Amadei e Gipo Viani e speciale a Gianni Brera. Applausi per Francesco Totti (categoria giocatore italiano) premiato da Roberto Mancini: «Il segreto è divertirsi sempre, comunque mi divertivo di più sul campo che a fare ora il dirigente. Futuro dt della Roma? Non so ancora nulla». In dono ha portato l’ultima maglia indossata con la Roma: «Speravo non finisse mai».

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