Cronaca / Valle Seriana
Venerdì 29 Maggio 2015
Ricorso per un lavoratore licenziato
Articolo 18, la Cisl vince anche in appello
La Corte d’appello di Brescia ha dato ragione all’Ufficio vertenze della Cisl di Bergamo che, in appoggio a un lavoratore di una ditta metalmeccanica di Gazzaniga, ha contrastato l’appello dell’azienda contro la sentenza del Tribunale di Bergamo.
A darne notizia è la stessa Cisl, in una nota diffusa nel pomeriggio del 29 maggio. «Il Tribunale di Bergamo – ricorda Salvatore Catalano, responsabile dell’Ufficio vertenze, – aveva già decretato l’insussistenza del fatto», relativo ad un comportamento inadeguato del lavoratore che avrebbe causato il suo demansionamento e l’allontanamento dalle funzioni di formatore.
In pratica, la Corte bresciana ha interpretato in modo favorevole al lavoratore l’articolo 18 dopo l’introduzione della «Fornero»: «Il reintegro sul posto di lavoro non è una tutela limitata ai soli casi di inesistenza del fatto contestato sul piano disciplinare. La stessa sanzione deve essere applicata anche nei casi in cui il fatto, pur essendo materialmente esistito, non ha rilevanza disciplinare, oppure non risulta tanto grave da giustificare il licenziamento».
Il dipendente, un formatore aziendale, secondo l’azienda aveva tenuto un atteggiamento aggressivo e litigioso nei confronti dei colleghi che avrebbe dovuto addestrare – ricostruisce la Cisl nella nota –. A causa di questo atteggiamento, l’azienda era stata costretta a chiedere al lavoratore di cessare la sua attività di formatore, rinunciando al superminimo individuale connesso all’incarico. Il lavoratore si era più volte rifiutato di valutare le proposte della società ed era arrivato ad accusare il datore di lavoro di demansionamento e mobbing. Dopo un’estenuante trattativa, il datore di lavoro considerava il rapporto fiduciario definitivamente spezzato e procedeva al licenziamento per giusta causa. Di qui il ricorso, con l’assistenza dell’avvocato Aldo Arena di Bergamo, che il Tribunale cittadino ha accolto, dando ragione al lavoratore.
«Siamo naturalmente soddisfatti della sentenza d’ appello – continua Catalano -. Ora, anche in ipotesi di un nuovo ricorso alla Cassazione, le affermazioni dei due livelli giurisprudenziali ci sostengono nella nostra convinzione di essere nel giusto».
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