È il secondo più antico santuario della diocesi di Bergamo, dopo la Basella di Urgnano. Immerso in una conca boschiva della Val Serina, a 900 metri sopra il livello del mare, si apre d’incanto al visitatore dopo un susseguirsi di tornanti che dalla provinciale 28 Algua-Selvino serpeggiano per la frazione di Sambusita verso la Passata, una località nella parrocchia di Rigosa.
È il santuario del Perello, un tempo denominato «oratorio della Beata Vergine Maria ad Elisabetta nel bosco del Perello». Anche se il nome negli anni s’è accorciato per praticità toponomastica la bellezza di quel luogo di culto non perde di smalto. La natura, a tratti selvaggia, che lo accoglie, i preziosi affreschi quattrocenteschi che ne ravvivano l’interno e la sincera speranza di un’attenzione benevola della Madonna che qui è venerata conferiscono al santuario del Perello un fascino unico.
Il Lunedì dell’Angelo, Pasquetta per intenderci, può essere l’occasione giusta per programmare una visita. Per tradizione il lunedì dopo Pasqua il santuario apre ai visitatori fino alla solennità di tutti i Santi (1° novembre). «È aperto tutti i giorni dal 15 giugno al 15 settembre – spiega il parroco don Pierangelo Redondi – altrimenti l’accoglienza è garantita solo il sabato pomeriggio e la domenica. D’inverno resta chiuso per il freddo, la neve e la formazione di lastre di ghiaccio che rendono inagibili le strade».
Preghiera, raccoglimento, bellezze artistiche da ammirare, ma anche la possibilità di gustare (gradita la prenotazione allo 0345.69492) piatti tipici della tradizione locale come la polenta con selvaggina. «Infatti al santuario – conclude don Redondi – è possibile trovare ristoro nella Cànea o luogo di accoglienza dei pellegrini gestito dalla parrocchia». Per il 2013 (600 anni dall’Apparizione) è in fase di ultimazione la sistemazione del tetto e la realizzazione di un volume che ripercorre la storia del santuario.
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