Renzi vara lo «Sblocca Italia»
Ance: sì ai fondi per la difesa suolo

«Caro Sindaco, l’Italia riparte. I segnali di fiducia che arrivano dalla determinazione dei cittadini, da vari settori dell’economia e dai mercati internazionali, tuttavia, non bastano. Possiamo e dobbiamo fare di più. Per questo il Governo ha deciso di accelerare il percorso di riforme».

«Caro Sindaco, l’Italia riparte. I segnali di fiducia che arrivano dalla determinazione dei cittadini, da vari settori dell’economia e dai mercati internazionali, tuttavia, non bastano. Possiamo e dobbiamo fare di più. Per questo il Governo ha deciso di accelerare il percorso di riforme costituzionali e istituzionali, riforme che spaziano dalla legge elettorale alla revisione del titolo V, dalla pubblica amministrazione fino al mercato del lavoro, dalla giustizia al fisco, dall’agricoltura al terzo settore». Lo scrive il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in una lettera ai sindaci sul decreto «Sblocca-Italia».

«Ma nessuna riforma sarà credibile se non diamo per primi noi il segnale che la musica è cambiata davvero -continua il premier -. Per questo giudico prioritario che il Governo adotti tutte le misure necessarie a sbloccare i procedimenti e i cantieri che sono fermi da anni, per ritardi o inconcludenze di settori diversi della pubblica amministrazione . Sono stato sindaco anche io. E come voi ricordo le polemiche: quanti cantieri abbiamo bloccato per la mancanza di un parere, per un diniego incomprensibile di una sovrintendenza, per le lungaggini procedurali. Quante volte siamo stati costretti a rinunciare a un investimento magari di capitali stranieri, certo innamorati dell’Italia, ma preoccupati del complicato sistema amministrativo del nostro paese».

La proposta del premier Renzi contenuta nel piano «Sblocca Italia», sul territorio bergamasco si potrebbe tradurre in nuove risorse per opere a difesa del suolo e poi, questa è la richiesta di qualcuno, in appalti più snelli. A declinare il provvedimento proposto da Matteo Renzi, Ottorino Bettineschi, presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili di Bergamo.

Il piano per riaprire i cantieri delle opere pubbliche in ostaggio della burocrazia, «se fatto in modo serio» potrebbe riportare il settore dell’edilizia pubblica alla situazione pre crisi. «Non nell’immediato», sottolinea Bettineschi, perché si dovrebbe recuperare la metà dell’indotto perso in questi anni di crisi «quel 10% che faceva dell’edilizia il 20% dell’economia del territorio provinciale», spiega il presidente Ance. Una ripresa sarebbe quindi possibile puntando «sulle opere a difesa del suolo e sulla riqualificazione urbana, con le manutenzioni», suggerisce Bettineschi.

Sta ora ai sindaci, segnalare al Governo quali sono le opere urgenti da sbloccare. Proprio ieri, il premier, ha (ri)vestito i panni da primo cittadino, scrivendo una lettera ai sindaci d’Italia, invitandoli a segnalare al suo indirizzo ([email protected]) entro il 15 giugno, le priorità del singolo Comune.

Leggi le due pagine dedicate all’argomento su L’Eco di Bergamo del 3 giugno

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