Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 13 Giugno 2014
Remuzzi incontra Daniel di Svezia
La favola di un principe trapiantato
Il principe «ha avuto un trapianto che funziona perfettamente e potrebbe essere un formidabile testimonial per tutti gli ammalati di reni. Potrà certo fare molto perché nessun ammalato debba più morire di insufficienza renale acuta entro il 2025».
Giuseppe Remuzzi, medico e presidente della Società Internazionale di Nefrologia (Isn) ha incontrato il 9 giugno a Stoccolma Principe Daniel di Svezia marito della principessa Vittoria, futura regina di questo Paese. Daniel ha avuto un trapianto che adesso funziona perfettamente e potrebbe essere un formidabile testimonial per tutti gli ammalati di reni. Potrà certo fare molto perché nessun ammalato debba più morire di insufficienza renale acuta entro il 2025.
L’insufficienza renale acuta è una condizione in cui si ha una improvvisa perdita della funzione del rene, che può essere così grave da richiedere il ricorso alla dialisi. È però anche una condizione da cui il paziente può guarire, con un recupero completo della funzione renale. Tutto dipende da dove si vive: nei Paesi poveri infatti la probabilità di sopravvivere all’insufficienza renale acuta è molto più bassa che nei Paesi sviluppati.
Giuseppe Remuzzi, quando è stato eletto presidente della Società Internazionale di Nefrologia (Isn) ad Hong Kong nel 2013, ha lanciato la campagna «0 by 25»: nessuno deve morire per una forma curabile di insufficienza renale acuta nei paesi più poveri dell’Asia, Africa e America del Sud entro il 2025. Affermazione ancora più forte: l’Isn dichiara che il non morire di insufficienza renale acuta fa parte dei diritti umani.
Nei Paesi poveri le cause che portano più spesso all’insufficienza renale acuta sono: la diarrea che provoca una grave disidratazione, le infezioni come malaria, la leptospirosi ecc, la tossicità da rimedi curativi tradizionali, l’effetto di avvelenamento. Tutto questo si può prevenire o curare tempestivamente e in questo modo si può evitare che la condizione del paziente si complichi con l’insufficienza renale acuta. Succede ai bambini molto spesso, ma anche alle giovani donne vicino al parto per perdita di sangue o infezioni.
«Il primo obiettivo del progetto 0 by 25 – dice Remuzzi - è perciò mettere in condizione i paesi poveri di intervenire tempestivamente per evitare che queste condizioni determinino l’insufficienza renale acuta. Ma se questa comunque si sviluppa e si deve ricorrere alla dialisi? Oggi la complessità e il costo di un servizio di emodialisi sono tali da rendere irraggiungibile questa tecnica nei Paesi poveri».
C’è però un altro modo di fare la dialisi, la dialisi peritoneale, che può essere utilizzata anche nei Paesi poveri perché è meno costosa e più semplice da attuare (ci sono diversi esempi in proposito). L’altro obiettivo di «0 by 25» è quindi quello di diffondere la dialisi peritoneale nei Paesi poveri. Un progetto così ambizioso e di lungo respiro ha bisogno di tanto lavoro, del coinvolgimento di tante persone con diversi ruoli, di competenze (organizzazioni internazionali, governi locali, medici ed infermieri ecc.) e di tanti, tantissimi fondi. E anche di questo si è parlato nell’incontro con il principe Daniel.
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