Referendum, caos risultati in Lombardia
Ritardi infiniti per i dati sull’affluenza

È rimasto deluso chi pensava che con il voto elettronico, in Lombardia, si sarebbero avuti immediatamente i dati sul referendum per l’autonomia, a partire da quelli dell’affluenza.

Per conoscere quante persone erano andate a votare alle 12 (in tutto l’11,06%) nella Regione di Roberto Maroni si è dovuto aspettare fino alle 17, mentre il dato del Veneto (quasi il doppio della Lombardia, il 21,1%) è arrivato alle 12,30. E il dato sull’ affluenza alle 19 sul 90 per cento delle sezioni (il 30,5%) è stato annunciato alle 19.45 da Gianni Fava, assessore lombardo con la delega al voto elettronico, in sala stampa e solo dopo reso accessibile sul sito. A tarda notte non era ancora disponibile il dato definitivo dell’affluenza, che in qualsiasi elezione viene reso noto pochi minuti dopo la scadenza.

Una situazione che ha scatenato le critiche del segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri. «In Veneto un quarto d’ora dopo le 19 si conosceva l’affluenza. In Lombardia - ha commentato - il dato delle 12 è stato comunicato alle 17, non ci sono aggiornamenti sull’affluenza delle 19 e il sito Regione Lombardia con i risultati ufficiali non è più raggiungibile. E’ una situazione indecente e non ci si può nascondere solo dietro la scusa della novità del voto elettronico. Gli elettori lombardi non possono essere presi in giro così per un referendum costato il triplo di quello veneto».

In realtà il voto elettronico non ha nulla a che fare con la rilevazione dell’affluenza, che viene comunicata come nelle altre votazioni. C’è stato qualche ritardo in alcuni Comuni (come ad esempio Lodi), ma «nessun problema tecnico» ha assicurato l’assessore Fava.

Quanto è successo ha creato una certa confusione. Sul sito della Regione dedicato al referendum era inserito il dato dell’affluenza di mezzogiorno senza indicare il numero delle sezioni al quale si riferiva. Inizialmente sembrava essere al 6,35%, poi la percentuale è cresciuta fino all’11,06 definitivo.

«Siamo bloccati all’interno delle scuole», «siamo qui a caso”: è questa la protesta di diversi scrutatori che oggi hanno lavorato nei seggi della Lombardia dove si è usato il voto elettronico per il referendum sull’autonomia.

Dopo la fine di tutte le operazioni, infatti, devono attendere di ricevere la conferma che la lettura delle penne usb, che contengono i dati di voto dei singoli tablet, è andata a buon fine. In caso contrario, infatti, i digital assistants devono ricavarli direttamente dalle memorie interne delle voting machine.

«Non possiamo uscire e si prospetta che dovremo restare qui fino alle quattro o cinque del mattino» hanno spiegato da una scuola nella zona di Turro a Milano, convinti che «con il vecchio sistema in mezz’ora ce la saremmo cavata».

A due ore e mezza dalla chiusura delle urne, i presidente e gli scrutatori sono bloccati all’interno delle sezioni «senza fare nulla», protestano. In una scuola di San Siro a Milano, i presidenti stanno minacciando di andarsene chiudendo i verbali con gli agenti della polizia locale che prospettano loro una denuncia se chiuderanno senza autorizzazione.

.

© RIPRODUZIONE RISERVATA