Cinquecentosettantatremilacentoeuro. Che, tradotto, significa poco più di un miliardo delle vecchie lire. È quanto hanno intascato, complessivamente, i banditi che, dall’inizio dell’anno, hanno messo a segno le 52 rapine registrate in città e provincia dalla cronaca locale.Un dato che - seppure in linea con quello dello scorso anno (il 9 maggio 2004 erano state commesse 58 rapine) - preoccupa. Soprattutto per il fatto che a essere presi di mira sono sempre più spesso i supermercati, ovvero luoghi frequentati da persone di tutte le età. I market, in particolare quelli di piccole dimensioni, sembrano essere tra gli obiettivi preferiti delle bande di rapinatori. Basti pensare al «Dico discount» di via Broseta a Bergamo: dall’inizio dell’anno è stato rapinato ben quattro volte.
Da gennaio sono stati messi a segno complessivamente dieci colpi nei supermercati della provincia, metà dei quali in città: i bottini variano tra i 700 e i 15 mila euro. L’arma preferita dai malviventi che assaltano i supermercati (che agiscono quasi sempre in due o tre e con indosso il passamontagna) è la pistola, utilizzata in nove colpi su dieci. Le banche restano comunque il principale obiettivo dei malviventi: dall’inizio dell’anno sono stati messi a segno 22 colpi negli istituti di credito. Record negativo a marzo, con 8 colpi.
L’arma preferita dai malviventi che agiscono nelle banche è il taglierino (usato in 14 colpi su 22): l’arma bianca passa infatti con maggiore facilità nel metal detector collocato all’entrata degli istituti di credito. E proprio nelle banche sono stati messi a segno i colpi più sostanziosi: si va dai duemila euro della rapina al Credito Bergamasco di Bottanuco dello scorso 18 aprile, ai 150 mila euro del colpo alla Banca Intesa di Torre Boldone del 2 aprile. La media si aggira comunque attorno ai 20-25 mila euro.
I banditi che assaltano istituti di credito agiscono prevalentemente a volto scoperto (9 colpi su 22), oppure con travestimenti occasionali (occhiali da sole, parrucche, foulard e berretti calati sul viso all’ultimo momento). Quest’anno si è invece registrato un calo delle rapine agli uffici postali : in tutto ne sono state messe a segno sette (un anno fa erano già 10), quattro delle quali a gennaio. Eppure anche in questo caso i bottini non hanno niente da invidiare a quelli delle banche: dai 1.300 del colpo a Valtesse del 5 aprile scorso, ai 60 mila euro del colpo alle Poste centrali di Treviglio dello scorso 13 gennaio. Un capitolo a parte lo meritano i negozi : in particolare ad aprile i colpi ai danni di esercizi commerciali sono infatti triplicati rispetto ai primi mesi dell’anno. Le categorie più a rischio sono i negozi di parrucchiere, le pizzerie e i bar. Non mancano, però, le note positive: in tre casi i presunti autori dei colpi sono stati arrestati.
Quanto alla dinamica dei colpi, in 16 casi i rapinatori si sono finti clienti prima di entrare in azione (lo scorso 3 maggio a Urgnano un bandito ha chiesto di aprire un mutuo) e in 9 hanno immobilizzato i dipendenti di banche e market per poter fuggire più tranquillamente. Ma non sono mancati nemmeno rapinatori che, per prendere la «carica», prima di entrare in azione si sono concessi un caffè al bar: è accaduto il 12 marzo scorso a Mariano di Dalmine. Quanto alle aree geografiche , la zona più colpita della provincia è Bergamo (11 rapine) e l’hinterland (10). I paesi presi di mira più di una volta sono stati Bagnatica, Bottanuco, Grumello, Levate e Urgnano. Quanto ai bottini , il record è stato registrato a gennaio: i banditi hanno arraffato la somma complessiva di 207 mila euro, quasi il triplo di quanto intascato a febbraio (77 mila euro).
(09/05/2005)
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