«Questa riforma ci riporta al 1970»
Maroni e il suo «No» al referendum

«Sulla riforma, come governatore, sono per il ’Nò, rispetto al ruolo delle Regioni e al futuro delle autonomie: questa riforma riduce le autonomie, riduce le competenze delle Regioni, introduce poi anche sulle competenze residue delle Regioni un potere assoluto del Governo, con la cosiddetta ’clausola di supremazià, che consente al Governo, senza una giustificazione, se non l’interesse generale nazionale, di legiferare anche nelle materie che sono di competenza costituzionale delle Regioni».

Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, domenica mattina, a Cernobbio (Como), intervenendo al Forum Ambrosetti 2016. «Questo significa tornare al 1970 - ha proseguito Maroni - quando c’erano i Consigli regionali, ma le leggi regionali entravano in vigore se avevano l’avallo del commissario di Governo, cioè del prefetto: era il prefetto che comandava. È una scelta, ma significa però cancellare il sistema delle autonomie e creare un sistema diverso, dove tutto si decide al centro. Non ha quindi senso spendere i soldi per fare elezioni, per eleggere un presidente della Regione, se poi a decidere è il Governo, sono i funzionari a Roma».

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