Quando il pericolo corre in rete
tra cyberbullismo e strane amicizie

Parte venerdì 17 aprile il tour lombardo della campagna «Per un web sicuro», che mira a informare le famiglie sull’uso corretto della rete

L’iniziativa, giunta alla 4ª edizione, è promossa dal Moige – movimento genitori – e dalla polizia postale e delle comunicazioni, in collaborazione con Trend Micro, Google, Hp, Vodafone e Cisco. Sabato 18 aprile la campagna arriverà in provincia di Bergamo. L’Istituto Comprensivo «Aldo Moro» di Calcinate aderirà all’iniziativa con diversi plessi dislocati nelle località limitrofe: i primi partecipanti saranno gli studenti della scuola di Cavernago (8,25-12,25), cui seguiranno i ragazzi dei plessi di Calcinate (22 aprile, ore 8,30-13), Palosco (27 aprile, ore 8,30-13), Mornico al Serio (8 maggio, 8,25-12,25).Giovedì 21 maggio la sede centrale dell’istituto ospiterà, a partire dalle 20,30, una sessione serale con genitori e nonni.

Mercoledì 30 aprile l’iniziativa «Per un web sicuro» si sposterà all’istituto statale di Alzano Lombardo. In mattinata tra le 9,30 e le 12,45 gli esperti incontreranno i ragazzi della succursale di Nese, prima di fare tappa presso la sede centrale dell’istituto lunedì 4 maggio. La lunga avventura nella Bergamasca si chiuderà venerdì 8 maggio con l’ultimo incontro ad Alzano Lombardo a partire dalle 20,30 rivolto ai genitori.

Stando ai dati forniti dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, nel 2014 i reati di cyberbullismo che hanno come vittime i minori sono 345. I più colpiti sono i ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni con 238 casi. Gli illeciti più diffusi sono il furto di identità sui Social Network che comprende 1/3 delle vittime totali (114 casi), seguiti dalla diffamazione online (82) e dalle ingiurie via e-mail (41).

L’indagine «La dieta mediatica dei nostri figli» evidenzia un uso costante, ma non sempre consapevole uso della rete da parte dei minori. Navigano abitualmente 9 ragazzi su 10 e un quinto di loro afferma di restare connesso per più di 3 ore al giorno. Tra coloro che dispongono di un computer a casa il 32% ha una postazione per connettersi dalla propria stanza; un’abitudine maggiormente diffusa tra i ragazzi tra gli 11 e i 13 anni (39%). 6 intervistati su 10 dichiarano, inoltre, di utilizzare Internet da soli. Le motivazioni che spingono i giovani a connettersi sono tutt’altro che didattiche: si connette per studiare solo 1 ragazzo su 7, a fronte del 24% dei giovani internauti che chatta, del 22% che scarica e ascolta musica, del 18% che gioca o guarda immagini. La «socializzazione» resta, dunque, il motore principale che spinge all’uso del web, come dimostra la percentuale significativa (30%) di coloro che affermano di intraprendere «sempre» o «spesso» nuove amicizie in rete.

A questa situazione, contribuisce il controllo piuttosto blando da parte dei genitori. 4 su 10 non danno alcun limite di tempo alla connessione dei figli mentre nel 23% dei casi, lo fanno «raramente». Altrettanto significativa è la percentuale dei genitori che hanno scarsa cognizione delle attività on line del figlio: 1 su 4 infatti conosce «poco» o «per niente» che cosa facciano i figli connessi.

Un altro fattore di rischio piuttosto diffuso tra i giovani che si connettono a Internet riguarda l’uso di identità fittizie. 1 ragazzo su 3 afferma di non utilizzare mai la propria identità in rete o di farlo raramente; un dato in linea con il 37% di coloro che confermano di aver fatto amicizia con perfetti sconosciuti.

Ancor più preoccupante è quel 19% che confessa di aver incontrato nella vita offline le persone conosciute sul web e quel 13% di ragazzi tra i 14 e i 20 anni che si sono esposti al fenomeno del sexting (dall’inglese «sex» – sesso - e «texting» - invio di messaggi virtuali) dando il proprio numero di cellulare a estranei conosciuti in chat. 1 studente su 4 dichiara di aver ricevuto contenuti a sfondo sessuale (tendenza più che raddoppiata rispetto al 2011). 6 ragazzi su 10 sottostimano la reale gravità della situazione affermando senza problemi di essersi divertiti nel ricevere o inviare foto o video «hot». 6 adolescenti su 10, appartenenti alla classe d’età 14-20, almeno una volta hanno utilizzato foto o video per prendere in giro qualcuno (1 su 5 dichiara di farlo spesso).

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