Cronaca / Valle Brembana
Sabato 30 Agosto 2014
Quando a Zogno c’era il mare
Apre il museo dei pesci fossili
«Brembodus ridens» (dal nome del Brembo), «Gabanellia agilis» (in onore di monsignor Giulio Gabanelli, già parroco di Zogno) ed «Endennia Licia» (dalla frazione di Zogno). Cosa sono? Pesci, i cui fossili, per la prima volta sono stati trovati a Zogno.
«Brembodus ridens» (dal nome del Brembo), «Gabanellia agilis» (in onore di monsignor Giulio Gabanelli, già parroco di Zogno) ed «Endennia Licia» (dalla frazione di Zogno). Cosa sono? Pesci, i cui fossili, per la prima volta sono stati trovati a Zogno.
Pezzi unici al mondo, tanto da avere una denominazione che li riporta senza possibilità di errore alla terra in cui vissero anche 200 milioni di anni fa e nella quale, invece pochi lustri fa, sono state trovate le loro tracce.
Reperti paleontologici di rilevanza scientifica internazionale, quindi, (tra cui, per esempio, anche un rettile fossile simile a una tartaruga, lungo due metri e denominato «Psephoderma Alpinum») che, insieme ad altre decine, sempre ritrovati nei giacimenti fossiliferi di Zogno, finalmente, dopo un’attesa durata una quindicina d’anni se non più, troveranno la loro giusta collocazione. Il 20 settembre, infatti, al Museo della Valle di Zogno (museo prevalentemente etnografico inaugurato nel 1979 e gestito dalla fondazione Polli-Stoppani), aprirà la nuovissima sala paleontologica, che espone decine di pesci fossili provenienti dagli scavi di Endenna e Poscante finora in parte conservati nel museo della Vicaria di Zogno. Pezzi a volte unici che, purtroppo, negli ultimi anni, in attesa di una sede adeguata, dall’Università di Milano hanno preso la strada dei musei esteri.
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