Qualità della vita: Bergamo perde posizioni

Precipita di tre posti e dal 13esimo finisce al 16esimo nel giro di un anno. Bergamo perde posizioni nella tradizionale classifica elaborata da «Il Sole 24 Ore» sulla vivibilità delle città italiane. Chi sale, invece, è Bologna che è al top per qualità della vita, seguita nella top ten da Milano, Trento, Forlì, Firenze (regina del 2003), Trieste, Siena, Aosta, Gorizia e Bolzano. A dare la volata al capoluogo felsineo (che proprio quest’anno ha cambiato guida politica) sono i «buoni» voti ottenuti nelle sei aree tematiche scelte dal Sole per effettuare l’indagine: tenore di vita, affari e lavoro, servizi e ambiente, criminalità, popolazione, e tempo libero.

Bergamo ha però un primato ed è segnalata per quanto riguarda il capitolo «salute», in relazione alla necessità di emigrazione dalla provincia di residenza per i ricoveri ospedalieri. La città orobica scalza infatti quest’anno Lecco dalla testa, seguita da Sondrio e Como, per la minore migrazione ospedaliera in Italia.

Dalle stelle alle stalle, però, per quanto rigurada i decessi per tumore: se Enna mantiene il primo posto per il minor numero di morti per tumore sul totale dei decessi, Lodi e Bergamo sono rispettivamente la prima e la seconda provincia nelle quali l’incidenza dei tumori nelle cause di mortalità è superiore al 36 per cento.Nella fotografia scattata dal quotidiano di Confindustria si ripropongono poi le difficoltà del Meridione. Se il Sud mostra settorialmente segnali di recupero, il divario con il Centro-Nord resta ampio, con le città settentrionali concentrate nella parte alta della classifica e le meridionali nella parte bassa. Per trovare, nella pagella del Sole, una città più a sud di Roma (14/a), o comunque di una regione meridionale, bisogna arrivare dopo il sessantesimo posto, con Cagliari (62/a), Sassari (63), Potenza (66). A Messina, invece, relegata al 103esimo posto, la maglia nera della vivibilità.

(20/12/2004)

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