«Qualcuno ha forzato l’apertura»
Pontida, probabile l’errore umano

L’apertura delle sbarre del passaggio a livello di Pontida sarebbe stata comandata a distanza. A questa conclusione sono giunti gli inquirenti dopo aver verificato che un tasto è stato spiombato alla stazione di Ambivere.

L’apertura delle sbarre del passaggio a livello di Pontida sarebbe stata comandata a distanza. A questa conclusione sono giunti gli inquirenti dopo aver verificato che un tasto è stato spiombato alla stazione di Ambivere.

Quel tasto permette proprio l’apertura forzata delle sbarre in caso di malfunzionamento del sistema automatico: passato un treno, e verificato che le sbarre non si sono aperte automaticamente, gli addetti possono spiombare il testo - normalmente dopo aver chiesto l’autorizzazione - e forzare l’apertura. La piombatura serve proprio a impedire aperture casuali e involontarie.

Chi ha spiombato quel tasto? Lo ha fatto di propria iniziativa o ha avuto l’autorizzazione da chi deve gestire la rete ferroviaria? Nel caso, chi ha fornito quella autorizzazione e perché? Sono queste le domande alle quali gli inquirenti devono dare una risposta.

Il magistrato Maria Cristina Rota, che si sta avvalendo del supportio degli uomini della Polfer, ha ascoltato per il momento alcuni dipendenti che in quel momento erano al lavoro nella stazione di Ambivere. Poi ha disposto il sequestro dei dischetti della stazione: si tratta di una sorta di scatola nera nella quale vengono salvati tutti i dati sulla movimentazione dei convogli e delle operazioni collegate. Attraverso l’analisi di questi dati , una perizia insomma, si cerca di ricostruire l’esatta catena degli eventi che hanno portato alla tragedia.

Le indagini intanto hanno fatto emergere due certezze: la sbarra del passaggio a livello si è senza dubbio alzata prima del transito del treno Bergamo-Lecco e il macchinista aveva il segnale verde. Giovedì mattina inoltre non avrebbe funzionato un pedale posizionato sui binari e che fa rialzare le sbarre in automatico dopo il passaggio del treno, creando problemi alla circolazione sulla strada già prima dell’incidente costato la vita a Umberto e Claudio Pavesi.

Per questo qualcuno potrebbe aver azionato il tasto di apertura del passaggio a livello di Cà de Rizzi, calcolando però male i tempi: calcolando che il treno, che viaggiava regolarmente a 90 chilometri orari, avrebbe impiegato 30 secondi a percorrere il tratto dalla stazione al passaggio a livello, potrebbe aver deciso di alzare manualmente le sbarre. Il treno ci ha però impiegato qualche secondo in più.

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