Profughi, lettera aperta di un sindaco
«Il prefetto ci convoca, ma ha già deciso»

Martinengo, lettera aperta del sindaco Paolo Nozza al prefetto Francesca Ferrandino sul caso dei profughi.

«Pensavo – scrive Nozza nella lettera datata 16 maggio – che questo sabato fosse solo cominciato male ma ora posso dire che addirittura finito peggio. Come tanti altri colleghi sindaci ho ricevuto la sua convocazione per la riunione del prossimo 19 maggio nell’ambito della quale saranno discusse le misure atte a fronteggiare l’emergenza profughi nel territorio della provincia di Bergamo. Nella stessa convocazione si sottolinea il ruolo rilevante che riveste il rapporto di collaborazione tra le istituzioni per garantire le necessarie azioni seppur nel rispetto dei reciproci ruoli. Bene! Leggo la sua comunicazione e già mi trovo in disaccordo, ma passa solo qualche ora e il disaccordo diviene forte disappunto, anzi, una vera e propria arrabbiatura».

«Ricevo infatti una telefonata: il suo ufficio di gabinetto che mi avvisa del prossimo arrivo nella mia città (arrivo previsto per domenica 17 maggio) di 7 migranti che saranno ospitati da una cooperativa proprietaria di alcuni appartamenti in Martinengo. Ma come?! Mi si convoca di lì a qualche giorno per collaborare, per discutere e condividere la possibile soluzione di un problema ma nel frattempo lei ha già deciso che la mia città, piaccia o no, deve portarsi a casa una quota di migranti! Mi chiedo allora dove sia il rispetto dei ruoli? Dove sia il rispetto delle comunità. che i sindaci rappresentano, di quelle stesse comunità che hanno affidato ai sindaci la tutela dei propri interessi, del proprio volere e anche dei propri diritti?».

«A mio modo di vedere – scrive ancora Nozza – la “disponibilità” non può essere estorta, così come la parola “collaborazione” ha un significato esattamente opposto a quello di “imposizione”. Proprio aderendo a quel “rispetto dei reciproci ruoli” che Lei stessa auspica, da Sindaco, avrei voluto esser prima e più spesso ascoltato (e non mi riferisco solo a questa specifica circostanza!). Quando non si ha tempo per ascoltare i sindaci, quando non si ha tempo per valutare i problemi che questi riportano, in questi casi non si fa torto al sindaco Paolo Nozza o Pinco Pallino che, mi piace ricordare, sono sempre pro tempore, ma si fa un torto ad un’intera comunità, ai cittadini che quei sindaci hanno investito della responsabilità e dell’onore di rappresentarli e nello stesso tempo ci si estranea da un intero territorio».

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