Profughi, il vescovo chiama le parrocchie
«Non spaventatevi, non vi lasceremo soli»

Il vescovo Francesco Beschi, mentre annuncia che nella dimensione dell’accoglienza occorre entrare in una nuova fase, invita i sacerdoti della diocesi a dare risposte concrete alle parole di Papa Francesco che ha chiesto alle parrocchie di accogliere i profughi in arrivo nella nostra terra.

All’Assemblea del clero i preti hanno ascoltato con attenzione l’intervento del vescovo sul tema dei migranti. «Non ho parlato molto su questo tema - ha detto - ma, grazie a tante persone, la nostra diocesi ha fatto molto. L’accoglienza è impegno della diocesi. Caritas, le persone che vi lavorano e il suo direttore, Diakonia che è il braccio operativo e la Cooperativa Ruah sono entrati in gioco in modo consistente». Accoglienza che ora anche in diocesi può cambiare volto attraverso «l’appello alla soggettività delle comunità parrocchiali».

Il vescovo ha presentato i numeri registrati all’8 settembre. «A quella data i richiedenti asilo in Bergamasca erano 1.195: 871 in 24 centri di Diakonia, 125 gestiti da Ruah e 199 attraverso la cooperativa di Rinnovamento nello Spirito. «Tutti sono ospitati e accompagnati in strutture ecclesiali- ha spiegato monsignor Beschi -. Finora si è privilegiata l’accoglienza in strutture grandi e medie. Ora si chiede un’accoglienza diffusa che interpelli ogni comunità».

Il vescovo ha garantito il sostegno della diocesi in questa apertura delle parrocchie. «Non spaventatevi delle problematiche concrete - ha detto ai sacerdoti -. Le difficoltà non impediscono la disponibilità evangelica. L’accoglienza diffusa vede la soggettività della comunità esprimersi in prima persona e a volte le parrocchie più piccole hanno maggiore possibilità di esprimersi. Non vi lasceremo soli».

Le parole del vescovo in assemblea, oltre che introdurre la Lettera pastorale «Donne e uomini capaci di carità», che sarà presentata in dettaglio venerdì sera 18 settembre durante l’Assemblea diocesana, hanno gettato un ampio sguardo sull’anno pastorale che si apre, anno segnato dal Giubileo della misericordia. In diocesi molte sono le chiese giubilari istituite, 32 in città e provincia, e la Porta Santa sarà quella della cattedrale.

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