Primo soccorso pediatrico, sì alla legge
La Lombardia punta sui «corsi salvavita»

Dal boccone finito di traverso all’arresto cardiaco. La cronaca registra decessi e disabilità in età pediatrica che possono essere evitati solo grazie alla tempestività dell’intervento che può essere garantito da soggetti appositamente addestrati e informati sulle tecniche salvavita.

Per venire incontro a queste esigenze, il Consiglio regionale ha approvato il 24 marzo con i 56 voti di centrodestra e centrosinistra - astenuto il Movimento 5 Stelle - una legge che ha come obiettivo la diffusione, soprattutto nelle scuole, di corsi e percorsi informativi sulla prevenzione primaria. Il provvedimento «Primo soccorso pediatrico» , che abbina le proposte normative presentate in Commissione da Lega Nord/Lista Maroni e Movimento 5 Stelle, comprende elementi di primo soccorso, tecniche d’intervento (soprattutto quelle con disostruzione delle vie aree per liberarle da un corpo estraneo ingerito male) e della prevenzione primaria.

Con il provvedimento sono stati approvati anche tre ordini del giorno. Un documento (presentato per la lista Maroni da Antonio Saggese) invita la Giunta a promuovere una campagna di comunicazione per l’affissione in farmacie, ambulatori pubblici, studi medici pubblici di medicina generale e pediatri di liberta scelta di una apposita cartellonistica che illustri le principali tecniche d’intervento; il secondo ordine del giorno (Gruppo PD, prima firmataria la Vicepresidente Sara Valmaggi) interviene per garantire la gratuità dei corsi e per sollecitare il Governo a modificare la legge sulla sicurezza sui luoghi di lavori per introdurre l’obbligo di frequenza per il personale dei centri per l’infanzia e delle scuole dei corsi salvavita; il terzo documento (Gruppo Lega Nord, primo firmatario Massimiliano Romeo) mira ad introdurre una specifica valutazione di merito per i bandi e l’erogazione di contributi a favore delle associazioni e società sportive che hanno svolto o svolgono per i propri tesserati percorsi specifici di formazione.

I casi di soffocamento dovuti a un boccone andato di traverso registrati nel 2014 in Italia sono emblematici dell’importanza di avviare veri e propri corsi di conoscenza, soprattutto tra il personale scolastico (docente e non docente, genitori, educatori, ect). Le manovre per liberare le vie aree ostruite sono codificate a livello internazionale e seguono un preciso algoritmo. Vengono definite «salvavita» in quanto i soggetti con la trachea ostruita possono andare incontro a morte per soffocamento. Quando accadono incidenti di questo tipo, non sempre le persone che in quel momento assistono sono in grado di intervenire con precisi, puntuali ed efficaci azioni di soccorso. Bastano semplici azioni corrette e la situazione si risolve nel 98% dei casi. Ma basta anche poco per peggiorare le cose e provocare la definitiva ostruzione della trachea, con conseguente e tragica asfissia.

L’ultimo caso noto in Lombardia e accaduto a Como il 13 marzo scorso a una donna mentre stava mangiando una piadina. È stata soccorsa e, dopo la disostruzione delle vie aeree, tenuta in vita con la rianimazione cardio-polmonare.

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