Il preside chiarisce: il presepio si può fare
E Matteo Salvini ne porta uno al presidio

Dopo le polemiche legate al presunto divieto del preside della De Amicis, Luciano Mastrorocco, di realizzare un presepe a scuola, al Centro socio culturale di Celadina si è tenuta sabato 6 dicembre una conferenza stampa per chiarire la vicenda alla quale sono intervenuti il preside, il sindaco Giorgio Gori e il parroco del quartiere, don Mario Carminati. Più tardi è arrivato il segretario della Lega, Matteo Salvini, con un presepe al seguito.

Gori venerdì su Facebook aveva scritto: «Rispetto la scelta del preside, ma dico la mia: laicità non è azzerare le differenze, ma dare voce a tutti. Un presepe non offende nessuno».

Durante la conferenza stampa il sindaco ha precisato: «Visto che il rischio di strumentalizzare la vicenda era diventato molto alto, siamo venuti qui per dare alla stampa la versione reale dell’accaduto. Bergamo è una città con 20 mila immigrati di diverse etnie e non è mai successo nulla di spiacevole, e soprattutto alla Celadina c’è sempre stata una grande integrazione. Qui nessuno ha vietato niente a nessuno. Il preside ha ricevuto minacce e insulti per telefono e questo è inaccettabile».

È stato il preside Mastrorocco a spiegare cosa sia successo: «Il caso è stato amplificato oltre l’inverosimile. Tempo fa parlando con una maestra di vari argomenti era saltata fuori anche la possibilità di fare o meno il presepio. Io le avevo semplicemente detto quale era il mio quadro di riferimento dei valori, i principi guida che mi hanno ispirato fin dal 2007, ovvero da quando ricopro questa carica. I principi di una scuola aperta e dialogante che deve unire e non dividere e in cui sia promossa la partecipazione di tutti nella comunità di appartenenza. Il discorso è stato però equivocato, la maestra ne ha parlato con un genitore ed è nato il caos. Ma io non ho mai vietato di fare il presepio, ho dato libertà ai singoli insegnanti di decidere cosa fosse meglio in base alla loro specifica realtà scolastica e alla loro esperienza. Tanto che negli anni scorsi in alcuni plessi c’era il presepio e in altri no».

Il parroco Carminati ha criticato ed estromesso simbolicamente «i politici che hanno strumentalizzato la vicenda senza sapere nulla. Il presepio è sì un segno di pace e solidarietà, ma l’educazione dei giovani e la loro integrazione vanno oltre un presepio».

Alle poco prima della 17 è arrivato il leader leghista Matteo Salvini che, insieme a Daniele Belotti, ha collocato davanti a uno degli ingressi della scuola un presepio.

Nessuna polemica con i partecipanti alla merenda solidale, organizzata all’altro ingresso del plesso scolastico, dove nel frattempo era comparso uno striscione: «Il presepio non c’è, sta arrivando l’asino».

Salvini e Belotti hanno collocato statue di Maria, Giuseppe e del Bambinello dell’altezza di circa un metro, oltre ad altre più piccole. «Non è un problema di religione - ha detto Salvini -: il presepio è un simbolo di gioia e accoglienza. Il problema è di qualcuno che dovrebbe educare, ma che se fa questi ragionamenti dovrebbe cambiare lavoro».

Al seguito di Salvini sono arrivati alla scuola della Celadina, tra gli altri anche Roberto Calderoli, con un piccolo presepio, Roberto Castelli, l’e x assessore Massimo Bandera. Al termine della manifestazione il presepe della Lega è stato rimosso dagli stessi organizzatori.

Nella serata di sabato alcuni insegnanti hanno inviato una lettera in cui dichiarano di essere «vicini al nostro dirigente del quale abbiamo apprezzato negli anni la competenza» e spiegato che lo stile della scuola non è mai stato improntato «alla logica del “divieto” o della “autorizzazione”: le scelte sono state costruite attraverso la problematizzazione, la discussione e una responsabile condivisione».

Dunque si domandano: «Siamo favorevoli o contrari al “Presepio nella scuola”? Rifiutiamo una domanda semplicistica come questa che trasforma l’esperienza formativa in battaglia ideologica di basso profilo: come professionisti della scuola, ci aspetteremmo altrettanta responsabilità nei politici, nei giornalisti e in tutti coloro che vogliono portare un contributo vero ai problemi in campo»

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