Prezzi, a Bergamo cresconodi più che nel resto d’Italia

Pur attestandosi al di sotto della media nazionale l’inflazione a Bergamo torna a correre più che nel resto d’Italia dopo alcuni mesi di tregua. Se infatti a livello nazionale a febbraio il tasso tendenziale ha subito una frenata (passando dal 2,2 per centro del mese scorso all’2,1 di quello appena lasciato alle spalle), a casa nostra la variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente ha fatto un balzo in avanti dello 0,3 per cento (lievitando dall’1,5 per cento di 30 giorni fa all’1,8 di febbraio). E anche l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (il cosiddetto Nic) a febbraio risulta contraddistinto dal segno positivo: più 0,3 per cento rispetto al mese precedente.Secondo i dati forniti in anteprima dall’Ufficio Statistica e ISTAT del Comune di Bergamo, in febbraio si è registrato un generalizzato aumento delle quotazioni medie, tranne alcuni prodotti specifici relativi al turismo, all’elettronica e qualche specifico genere alimentare. Questo andamento si riscontra nel risultato dei capitoli, tra i quali quello che presenta la variazione maggiore riguarda «Bevande alcoliche e tabacchi» con particolare riferimento al rincaro delle sigarette. Seguono il capitolo «Trasporti», con l’aumento di carburanti, riparazioni e trasporti aerei; quello dei «Servizi sanitari» con la crescita nei servizi medici, accertamenti diagnostici e servizi ospedalieri, e dei «Generi alimentari» con aumenti generalizzati in particolare nelle carni bovine e suine, prodotti ittici, olio di oliva e di semi, ortaggi freschi e con diminuzioni nel pollame, uova, frutta fresca e patate.Unico capitolo in calo è quello relativo a «Ricreazione, spettacolo e cultura», caratterizzato dal ribasso negli apparecchi informatici e nei pacchetti vacanza. Stabili o con variazioni modeste gli altri capitoli. Invariate le tariffe.