È Firenze la città d’Italia dove la pressione tributaria locale è più alta. Ogni abitante del comune gigliato versa ai propri enti locali (Comune e Provincia) tasse, tributi e addizionali varie per un importo complessivo medio annuo di 942 euro. Al secondo posto c’è Bologna (932,4 euro per abitante) e al terzo posto Milano (910,7 euro pro capite). Al quarto Pisa (840 euro pro capite) e al quinto Pavia (779,6 euro per residente). Ultimo posto, a livello nazionale, per Trento con 204,6 euro per residente.Sono i risultati dell’analisi dell’Ufficio studi Cgia di Mestre che ha analizzato il «peso» sui portafogli dei cittadini italiani della pressione tributaria locale, intesa come somma delle entrate tributarie riscosse dal Comune e dalla Provincia e la popolazione residente nel capoluogo.Secondo l’analisi Bergamo si colloca al 27° posto assoluto, con un valore pro capite di tasse locali pari a 649,6 euro: 569 euro da pressione tributaria comunale e 80,6 euro di derivazione provinciale. Entrando nello specifico regionale, Bergamo si colloca nella parte bassa della classifica che riunisce i soli capoluoghi lombardi collocandosi alle spalle di Milano (al 3° posto nazionale), Pavia (5° posto nazionale) e nell’ordine da Varese (9° nazionale con una pressione di 759 euro pro capite), Como (18° con 711,6 euro), Lecco (20° con 695,7 euro), e Mantova (23°, con 664,2 euro) e precedendo Lodi (33°, con 628,2 euro), Cremona (38°, con 604,8 euro), Brescia (63°, con 511,5 euro) e Sondrio (68° con 490 euro pro capite).Dall’indagine Cgia emerge che il dato medio nazionale, sul totale delle tasse locali versate agli enti locali, è per il 54% di pertinenza delle Regioni, solo il 5,2% delle Province e il rimanente 40,8% a carico dei Comuni.(05/08/2006)
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