Cronaca / Valle Imagna
Giovedì 06 Febbraio 2014
Polizia Isola: bando non pilotato
Assolti gli ex vertici del Consorzio
Assolti con formula piena, perché il fatto non costituisce reato. Colpo di scena, in Tribunale, al processo che vedeva imputati quattro ex componenti del Cda del Consorzio di polizia locale dell’Isola e l’ex direttore generale, con l’accusa di abuso d’ufficio.
Assolti con formula piena, perché il fatto non costituisce reato. Colpo di scena, mercoledì mattina 5 febbraio in Tribunale, al processo che vedeva imputati quattro ex componenti del Consiglio di amministrazione del Consorzio di polizia locale dell’Isola e l’ex direttore generale, con l’accusa di abuso d’ufficio.
Secondo le contestazioni, nel 2007, quando venne pubblicato il bando di concorso per il posto di dirigente della polizia locale, gli allora vertici del Consorzio avevano confezionato un regolamento «ad hoc», eliminando il requisito del diploma di laurea per chi fosse già dipendente. In questo modo avevano permesso la partecipazione di colui che poi risultò vincitore, Fabio Masserini, che non era laureato, e che già occupava il ruolo di vertice nel corpo.
A processo, davanti al collegio presieduto dal giudice Giovanni Petillo (a latere Maria Luisa Mazzola e Massimiliano Magliacani), erano finiti l’attuale presidente del Consiglio (allora era consigliere) Ivano Locatelli, 51 anni, noto per essere stato per una decina d’anni sindaco di Almenno San Salvatore, l’allora presidente del Cda Fabio Alessio, 61 anni, ex sindaco e attuale capogruppo di minoranza di Presezzo, Leonida Rosati, 64 anni, all’epoca direttore generale del Consorzio, Eugenio Bolognini, 55 anni, oggi sindaco di Sotto il Monte e al momento dei fatti contestati membro del Cda, e infine Francesco Fumagalli, 47 anni, anche lui componente del Consiglio di amministrazione.
Mercoledì mattina il verdetto: tutti assolti perché il fatto non costituisce reato. Sulla decisione avrebbe pesato anche una sentenza della Cassazione su un caso simile, prodotta dalla difesa. I giudici ad ogni modo non hanno ravvisato il dolo intenzionale nell’azione degli ex vertici del Consorzio: per configurare il reato i cinque avrebbero dovuto favorire un interesse privato. In realtà è stato riconosciuto che avrebbero agito per un interesse pubblico: far partecipare al concorso una persona ritenuta professionalmente valida. Ma per capire con precisione le ragioni del verdetto occorrerà attendere il deposito delle motivazioni.
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