Pista ciclabile in viale Papa Giovanni
Zenoni favorevole. Che ne pensi?

Ve la ricordate la pista ciclabile in viale Papa Giovanni? Ecco, potrebbe tornare. Lo ipotizza Stefano Zenoni, assessore alla Viabilità: « L’asse stazione-Porta Nuova va messo in sicurezza per chi lo percorre in bicicletta» dice.

Un tema delicato, questo, perchè l’eventualità di togliere i parcheggi non farà piacere ai commercianti. Nel 2009 la Giunta di centrodestra, pochi mesi dopo l’insediamento a Palazzo Frizzoni, aveva eliminato la pista ciclabile sul versante destro del viale, direzione Porta Nuova, nel tratto successivo all’incrocio con via Mai e piazzato una ventina di parcheggi. Ora l’ipotesi di togliere di nuovo i parcheggi e rimettere la pista ciclabile è allo studio dell’amministrazione. «Dal punto di vista tecnico non posso dire se salteranno i parcheggi né se si potrà fare solo la ciclovia o una corsia preferenziale dove sia consentito anche il passaggio delle bici. Dovrà essere fatta una valutazione con i tecnici» commenta Zenoni.

Centrale sarà anche un’altra questione che tiene banco in questi giorni: il contromano. Ovvero la possibilità di consentire ai ciclisti, a certe condizioni (limite di trenta chilometri orari, ztl o una carreggiata di almeno quattro metri) di percorrere contromano le strade cittadine senza rischiare la multa.

Il caso è scoppiato un paio di settimane fa in via Pignolo bassa con gli agenti che una mattina si sono piazzati in piazzetta Santo Spirito e hanno fermato diversi ciclisti che percorrevano contromano il tratto di strada in cui vige la ztl, facendoli scendere e portare a mano la bici. «Lì il problema va risolto – spiega l’assessore –, non ha senso obbligare i ciclisti a tornare in via Camozzi invece di percorrere via Tasso alta, che è tra l’altro una ztl». L’asse piazza Pontida-piazzetta Santo Spirito (il Sentierone allungato) «dovrà essere percorribile in tutti e due i sensi di marcia dalla bici».

E tu che ne pensi del ritorno della pista ciclabile in viale papa Giovanni? Commenta la notizia.

Per saperne di più leggi L’Eco di Bergamo del 13 agosto