Cronaca / Bergamo Città
Martedì 18 Febbraio 2014
Piccinelli e «Destinazione Italia»
«Salviamo l’aeroporto di Orio»
Salvare lo scalo di Orio Al Serio messo in pericolo dagli ultimi provvedimenti disposti dall’uscente Governo Letta. Interviene il senatore Enrico Piccinelli (FI): “Non possiamo stare a guardare e far passare una norma che azzera la competitività dello scalo bergamasco, da anni all’avanguardia per i low cost”.
Il senatore Enrico Piccinelli (FI) con due emendamenti presentati ai commi 14 e 15 dell’articolo 13 del Decreto Destinazione Italia chiede che vengano soppresse le norme che “privilegiando” una falsa idea di concorrenza del settore aeroportuale tra le compagnie low cost, rischiano seriamente di provocare la chiusura di aeroporti come quello che ormai da anni è diventato fondamentale per il bacino d’utenza lombardo e non solo.
“Orio al Serio - afferma il Senatore Piccinelli - è, nel suo genere, un gioiello di efficienza e sarebbe un vero peccato se, impedendo ai gestori di stabilire condizioni vantaggiose ai vettori low cost, si finisse per privilegiare i grandi aeroporti già congestionati e, nel caso della Lombardia, spesso chiusi per le avvezze condizioni meteo. Per questo ho fatto un ultimo tentativo presentando, assieme ad altri colleghi, due emendamenti per sopprimere i commi 14 e 15 dell’articolo 13 del Decreto Destinazione Italia che privano i gestori aeroportuali della fondamentale libertà negoziale con le compagnie aeree rendendo impossibile la chiusura di accordi e di conseguenza azzerando la competitività dello scalo bergamasco da anni all’avanguardia per i low cost”.
“D’altra parte l’aeroporto di Orio al Serio - dichiara Piccinelli - rappresenta un perno fondamentale dell’economia bergamasca che, in un periodo così difficile di congiuntura economica per tutto il Paese, è stata profondamente segnata e ora più che mai ha bisogno di avere le infrastrutture necessarie per un rilancio che speriamo si profili all’orizzonte. Certo se la norma dovesse passare il futuro dell’aeroporto sarebbe gravemente penalizzato con conseguenze drammatiche anche a livello occupazionale”.
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