Picchia la «ex», scatta l’arresto
Ma tenta la fuga: preso sul lavoro
Già lo scorso novembre era finito in manette per aver più volte picchiato l’excompagna, procurandole anche - secondo quanto avevano ricostruito i carabinieri - un aborto (reato per il quale non era però mai stato formalmente indagato).
Già lo scorso novembre era finito in manette per aver più volte picchiato l’ex compagna, procurandole anche - secondo quanto avevano ricostruito i carabinieri - un aborto (reato per il quale non era però mai stato formalmente indagato). Lunedì 27 gennaio un operaio di 26 anni, N. Z., è di nuovo finito in manette, mentre si trovava sul posto di lavoro, alla Tenaris Dalmine, dopo aver tra l’altro tentato - invano - la fuga.
Il motivo? Nonostante il divieto di avvicinarsi all’ormai ex compagna, che vive a Ghisalba, l’operaio ha più volte violato il provvedimento del giudice, che aveva anche disposto nei suoi confronti l’obbligo di dimora a casa dei suoi genitori, appunto a Dalmine.
Il ventiseienne ha però violato entrambi i provvedimenti, di fatto spingendo i carabinieri di Martinengo, che l’avevano arrestato la prima volta lo scorso novembre, a chiedere un’inasprimento della misura cautelare. Ieri l’operaio è stato intercettato dai militari di Dalmine e Martinengo all’uscita dal lavoro.
I carabinieri avevano in mano il provvedimento del giudice per le indagini preliminari Giovanni Petillo che, su richiesta del pubblico ministero Gianluigi Dettori, disponeva la custodia in carcere proprio per essersi comunque avvicinato, nonostante il divieto, alla compagna. Quando ha visto i carabinieri, l’operaio ha tentato la fuga, spintonando i militari che lo hanno inseguito e bloccato poco distante, accompagnandolo nel carcere di via Gleno a Bergamo.
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