Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 09 Ottobre 2015
Piazzale Marconi e le moto in sosta?
Dopo le multe tutto resta come prima
Pieni gli stalli di via Bono: sempre più urgente una ridefinizione degli spazi del piazzale. Niente di nuovo anche sui treni...
Il giorno dopo? Come il giorno prima e quelli precedenti. Dopo la pioggia di multe di giovedì 8 ottobre e la tempesta politica successiva con l’opposizione scatenata all’attacco di Palafrizzoni («Vuole solo fare cassa...») in piazzale Marconi nulla è cambiato. I motorini sono ancora parcheggiati in ogni dove, senza logica alcuna. Ai margini dell’area taxi è comparso un cartello posticcio di divieto di sosta abbastanza generico, senza riferimento specifico alcuno alle moto.
E i pendolari hanno lasciato gli scooter dove capita.
Il raid di giovedì ha comunque messo in evidenza una cosa: di posti per le due ruote ne servono eccome, prova ne è il fatto che gli stalli di via Bono erano completamente pieni.
Il che ha messo in evidenza un evidente deficit nella progettazione del piazzale, al quale (pare) ora Palafrizzoni intende porre rimedio. Ma la questione è comunque complessa e piena di sfumature, come evidenziato da questa mail: «Sono un pendolare che quotidianamente si sposta in treno tra Bergamo e Milano e arrivo tutte le mattine, alle 6:25, in stazione, parcheggio la mia bici negli spazi appositamente predisposti, e corro a prendere il treno delle 6:32. Molto spesso accade di trovare ingombranti scooter e moto di grossa taglia parcheggiate negli spazi riservati alle bici: non solo vengono sottratti numerosi posti utili alle bici (l’ingombro di uno scooter o di una grossa moto è molto maggiore di quello di un velocipede), ma un intero slot, dove potrebbero essere parcheggiare due dozzine di bici, diventa di fatto impraticabile». Segue foto esplicativa.
Ah, passando dalla stazione ai treni, nulla di nuovo nemmeno su questo versante...
Anche oggi su @TRENORD_lcBS 4608 si viaggia sulle porte.Senza controlli,da troppo tempo @sortealex @webecodibergamo pic.twitter.com/xhQM3quhv6
— Comitato PendolariBG (@ValeCPBg) 9 Ottobre 2015
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