«Persi due soci per il no alle slot
È meglio la bontà dei pasticcini»

Ci sono locali che hanno voluto conquistare i clienti non con il gioco, ma con il gusto. Bar, pasticcerie ed enoteche che non sono scesi al compromesso delle slot machine e che sono riusciti a fidelizzare gli avventori con tanta passione e professionalità.

Ci sono locali che hanno voluto conquistare i clienti non con il gioco, ma con il gusto. Bar, pasticcerie ed enoteche che non sono scesi al compromesso delle slot machine e che sono riusciti a fidelizzare gli avventori con tanta passione e professionalità.

Lo scopo per queste attività è combattere il dilagare della ludopatia nel migliore dei modi, portando l'attenzione dei clienti verso il buono e lanciando anche un messaggio ai più giovani: «Per realizzare i sogni servono sudore e sacrifici».

A parlare è Raffaele Rocchetti che, insieme a Giulia Tiraboschi, 22 e 23 anni, ha realizzato il suo desiderio, aprendo L'Oster Bif & Beef di via Marconi a Mapello: «Il nome che abbiamo scelto - spiega - è un gioco di parole che vuole richiamare il buon bere detto in bergamasco e la buona carne grigliata all'inglese. Quando ancora cercavamo il locale giusto, ci avevano proposto una birreria. Durante la prova abbiamo visto con i nostri occhi tanti disperati attaccati alle slot e abbiamo deciso di distinguerci».

Sono attività che hanno fatto una scelta ben precisa, prima ancora di inaugurare: «Noi volevamo essere una pasticceria di qualità - dice Cesarina Aceti che con Francesco De Luca è proprietaria di Waikiki ad Alzano in via Provinciale - inizialmente eravamo quattro soci, due si sono ritirati proprio perché noi non volevamo mettere le macchinette. Noi abbiamo preferito la bontà delle nostre paste».

È la gola il segreto del successo di questi esercizi che non devono ricorrere agli introiti delle slot per pagare le spese: «Da noi si trovano prodotti di enogastronomia di piccole aziende artigianali - racconta Cinzia Dalfovo dell'Enoteca Mignon di Piazza Italia ad Alzano - abbiamo deciso di puntare su questo scegliendo anche un posto piccolo, di 40 metri quadrati, dove le macchinette proprio non ci starebbero. Perché rubano solamente i soldi e fanno scattare dei meccanismi che non ci piacciono. Se vinci ci riprovi, se perdi ci rimani male».

Anche in pieno centro città, la ricetta per tenersi stretti i clienti è quella che predilige ingredienti di qualità. All'Hamburgheria di via Sant'Orsola si mangiano panini biologici e naturali: «Spesso abbiamo ricevuto la proposta di mettere questi dispositivi - spiega il titolare Mirko Borgarello - perché qui al mese passano dai 6 mila ai 7 mila clienti. Io ho sempre detto no perché conosco persone che dilapidano il patrimonio con questi dispositivi. I locali devono fare la loro parte, ma ora serve anche dare un limite alla pubblicità che si incontra persino per le strade e nei centri commerciali».

Questi esercizi pubblici che hanno detto «No slot» hanno ritirato l'adesivo da collocare sulle vetrine presentandosi alla sede de L'Eco di Bergamo, in via Papa Giovanni XXIII al 118. È ancora possibile farlo: dalle 8 alle 19, da lunedì al venerdì, negli uffici della Segreteria generale del quotidiano, al secondo piano.

Elisa Riva

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