Permessi a luci rosse: parlanogli imputati. E negano tutto

I festini a luci rosse nei night non ci sono mai stati: al massimo qualche episodio di scambi di effusioni. E per il rilascio dei permessi di soggiorno i controlli sono sempre stati eseguiti regolarmente, senza mai chiedere nulla in cambio, tantomeno soldi. Tutt’al più per permessi e passaporti c’erano corsie preferenziali per alcune personalità e categorie, fra i quali anche alcuni magistrati, che saltavano le code.

È quanto emerso dalla nuova udienza del processo a carico, tra l’altro, dell’ex comandante della polizia stradale dsi Bergamo, Fernando Briganti, dell’ex questore vicario, Tommaso Conti, e di Enzo Di Donato, agente dell’ufficio stranieri della Questura. Solo Briganti ha ammesso gli episodi delle effusioni, mentre Conti ha negato di aver partecipato ad alcun incontro.

È stato proprio ex questore vicario a parlare delle corsie preferenziali per permessi e passaporti delle personalità che chiedevano un favore: si cercava di accontentare le necessità, solo ovviamente se i documenti necessari erano in regola.

Di Donato invece ha parlato di corsie privilegiate per grosse aziende, o in qualche caso su segnalazione di colleghi che chiedevano di accelerare le pratiche per i permessi ritenuti urgenti: tutto solo a titolo di pura cortesia e non certo in cambio di soldi.

Il processo è stato aggiornato al 17 marzo quando saranno ascoltati i testimoni della difesa.

(15/02/2008)

© RIPRODUZIONE RISERVATA