Permessi a luci rosse: il pm chiede il rinvio a giudizio per venticinque imputati

Venticinque richieste di rinvio a giudizio per l’inchiesta sui «permessi di soggiorno a luci rosse». Il pubblico ministero Enrico Pavone ha deciso di accorpare in un unico procedimento le due inchieste per le quali sono finiti nei guai, tra gli altri, sei poliziotti, due carabinieri e un dipendente della Regione. L’inchiesta - che ha due filoni per fatti avvenuti nel 2002 e nel 2004 - ha coinvolto anche un vicequestore e il dirigente della polizia stradale, oltre a imprenditori, titolari e dipendenti di un night club di Vertova. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di corruzione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione e di reati in materia di immigrazione: alcuni di loro sarebbero coinvolti in entrambi i filoni, e questo spiega l’accorpamento deciso dal pm.

Le indagini avrebbero portato alla luce irregolarità nella gestione dell’ufficio immigrazioni della Questura: in cambio di regali, ma anche di prestazioni sessuali con ragazze, venivano accelerate le pratiche, anche con documentazioni false. E ancora sarebbe stato coperto - secondo l’accusa - un giro di prostituzione legato al night: le ragazze avrebbero frequentato gratuitamente le persone coinvolte in cambio di permessi falsi.

(05/10/2005)

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