Pellet pericoloso dalla Bosnia
sequestrato dalla Guardia di Finanza

Operazione coordinata dalla Procura di Busto Arsizio su tutto il territorio nazionale.

Le Fiamme Gialle della Compagnia della Guardia di Finanza di Gallarate hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio 5 persone poiché per avere importato dall’estero e posto in commercio sul territorio nazionale pellet di qualità diversa da quella dichiarata e potenzialmente pericoloso per la salute.Sono state denunciate anche tre società coinvolte nella frode e sequestrati oltre 70.000 chili di pellet.

L’operazione è nata dal rinvenimento presso un punto vendita di una catena della grande distribuzione del «fai da te», ove era posto in commercio combustibile del tipo «pellet» di provenienza straniera (Bosnia-Erzegovina), non rispondente agli standard di sicurezza richiesti dalla vigente normativa comunitaria a tutela della salute pubblica e dell’inquinamento ambientale. Gli accertamenti effettuati hanno permesso di individuare, all’interno dei trucioli di pellet, frammenti di plastica del tipo «Poliacetale», prodotto risultato essere censito come pericoloso. La Procura di Busto Arsizio ha così disposto il sequestro delle confezioni di pellet su tutto il territorio nazionale e di tutta la documentazione amministrativo-contabile ed extracontabile utile al tracciamento di tutti i flussi del combustibile. L’analisi della documentazione contabile e bancaria ha consentito di ricostruire l’intera filiera commerciale, dalla fabbrica produttrice, ubicata in Bosnia-Erzegovina, fino alla rete di vendita inserita nella grande distribuzione, passando dall’importatore e dall’intermediario nazionale.

È stato quantificato in 400.000 Euro l’ammontare delle cessioni del pellet venduto prima dell’intervento della Guardia di Finanza. A carico dei responsabili delle società coinvolte sono stati ipotizzati i reati di frode in commercio, immissione sul mercato di prodotti pericolosi, autoriciclaggio e violazione alla normativa sulla responsabilità amministrativa degli enti. Sono emerse anche violazioni di carattere penale-tributario. La Guardia di Finanza ha individuato una rilevante evasione all’Iva relativa all’anno 2015, nei confronti di una società cosiddetta «filtro» che non aveva effettuato alcuno dei versamenti periodici previsti per un ammontare complessivo di imposta evasa di circa 300mila euro.

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