Patricia, ore di grande angoscia
Anche altri italiani non ancora rintracciati

Nessuna delle 32 vittime degli attentati di Bruxelles è stata ancora ufficialmente riconosciuta. Lo ha precisato questa mattina la procura belga.

Intanto prosegue la processione dei parenti che sono stati convocati nei due ospedali - quello militare di Bruxelles per le vittime del metro (dove ieri si sono recati i familiari di Patrizia Rizzo) e quello di Lovanio per i morti dell’aeroporto - in cui sono stati raccolti i cadaveri. «Le operazioni di riconoscimento procedono con estrema lentezza - hanno detto all’Ansa fonti ufficiali - soprattutto a causa delle condizioni in cui sono stati ritrovati i corpi delle persone morte nella metropolitana. A ciò si aggiungono procedure burocratiche particolarmente lunghe e complesse». Al momento nessuna novità è arrivata anche per quanto riguarda il riconoscimento di Patricia Rizzo, l’unica italiana finora dichiarata dispersa.

Ma non è l’unica a non aver più dato notizie: come patricia, ci sono altri italiani, che risultavano a Bruxelles e dintorni, che non sono ancora stati rintracciati, senza che per questo siano già considerati dispersi o inseriti tra le vittime dalle autorità.

Da martedì mattina di Patricia si sono perse le tracce, assieme a quelle di altri italiani; anche se l’elenco, inizialmente sterminato, fornito dall’Unità di crisi della Farnesina con i connazionali da reperire, si è notevolmente ridotto con il passare delle ore, man mano che le linee telefoniche hanno ripreso a funzionare. Per quanti invece ancora non rispondono all’appello, permane la possibilità che siano tra i feriti più gravi, fra i trecento ricoverati nei 25 ospedali belgi. Magari senza documenti e senza possibilità di comunicare. Ma all’ambasciata d’Italia a Bruxelles non è giunta finora alcuna segnalazione in proposito.

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