Patenti per stranieri, ma col trucco
Coinvolto un egiziano di Bergamo

Forniva il materiale elettronico, microtelecamere e auricolari, per passare le risposte all’esame.

Patenti false per stranieri che non sanno l’italiano e pagano da 1.500 a 4.000 euro per passare l’esame. Lo fanno con risposte ricevute all’auricolare, perché le domande al computer vengono lette da una microtelecamera nascosta come un bottone della camicia del candidato. A scoprire l’organizzazione, ramificata in tutta Italia, la polizia stradale di Trento. Tre gli arresti, otto le persone ai domiciliari su ordinanza della Procura di Trento. Giro d’affari stimato in 200.000 euro in due mesi. A procurare il materiale elettronico era un egiziano dalla provincia di Bergamo.

A servirsi di questo metodo per ottenere la patente come privatisti nelle Motorizzazioni di alcune decine di città italiane, da Nord a Sud del Paese, erano cittadini originari di Pakistan, Egitto, India e Cina, tra i 20 e i 40 anni, che venivano contattati attraverso un sistema di reclutamento di loro connazionali. Altri, sempre connazionali, erano il terminale al di là dell’auricolare, per leggere le domande d’esame in video, a distanza, e fornire le risposte da un cellulare collegato all’auricolare del candidato. Pakistani, residenti nelle province di Ravenna, Carpi e Brescia, i vertici dell’organizzazione, finiti in carcere con l’accusa di associazione a delinquere e falsità ideologica di certificati o in autorizzazioni amministrative. In un mese di intercettazioni le patenti così ottenute sono state oltre 50 ed è ancora in corso il lavoro per l’annullamento amministrativo di quelle ottenute, mentre altri candidati sono stati bloccati in flagranza.

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