Parrucchieri ed estetisti cinesi
Boom di negozi e di controlli

Boom di parrucchieri ed estetisti orientali, cinesi in primis, a Bergamo. Molte le botteghe aperte e un mercato fiorente, visti i prezzi stracciati dei servizi. Altrettanto numerose sono le richieste di accertamenti ricevute dall'assessore alle Attività produttive Enrica Foppa Pedretti, tanto che l'amministrazione comunale si è prontamente attivata con i controlli.

Nel 2009 sono stati effettuati 194 accertamenti, con sanzioni a sei acconciatori italiani e quattro cinesi, oltre a otto estetisti italiani; nei primi tre mesi del 2010, invece, gli accertamenti sono stati 42, e sette acconciatori cinesi, uno italiano e un estetista italiano, hanno ricevuto sanzioni amministrative.

Dunque a infrangere le regole non sono solo gli esercizi cinesi, anche se questi ultimi destano comunque qualche preoccupazione in più. E non solo perché stanno stroncando la concorrenza con prezzi stracciati. Il problema maggiore è che, in 7 parrucchieri cinesi su 12 controllati nel 2010, non c'è la figura del direttore tecnico come richiesto dal regolamento comunale.

E la mancanza del direttore tecnico significa la mancanza di colui che ha frequentato corsi di abilitazione alla professione e di sensibilizzazione alla cura igienico-sanitaria del negozio e degli strumenti. Carlo Di Gregorio, consigliere comunale Pdl, propone che ci si attivi di più con politiche di educazione al rispetto delle regole per la tutela della salute di tutti e si sanzionino duramente coloro aggirino o vìolino queste regole.

Ulteriore problema è la tendenza alla deregolamentazione e alla diminuzione delle capacità di controllo del territorio da parte dell'amministrazione pubblica a causa delle norme europee. Così un negozio di parrucchiere o estetista può tenere aperto 14 ore, dalle 8 alle 22, superando il limite massimo giornaliero previsto in qualsiasi contratto collettivo e con il rischio di sfruttamento della manodopera. Leggi di più su L'Eco di giovedì 8 aprile.

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