Papa Giovanni, il 27 aprile grande giorno
«La canonizzazione coinvolge tutti»

«Non ci interessano i fuochi d’artificio, ci interessa la quotidianità». La provocazione di monsignor Vittorio Nozza, vicario episcopale per i laici e la pastorale, è un modo per dire che la canonizzazione di Papa Giovanni XXIII, il 27 aprile prossimo, è un momento che tocca tutti, ogni giorno.

«Non ci interessano i fuochi d’artificio, ci interessa la quotidianità». La provocazione di monsignor Vittorio Nozza, vicario episcopale per i laici e la pastorale, è un modo per dire che la canonizzazione di Papa Giovanni XXIII, il 27 aprile prossimo, è un momento che tocca tutti, ogni giorno. La diocesi di Bergamo è in prima fila a promuovere eventi e opere, perché questo accadimento speciale abbia ricadute nella vita ordinaria. «Non vogliamo mostrare i muscoli o farci dire bravi. Bravi dobbiamo esserlo tutti». Come? «Lasciando che il singolo, i gruppi, le famiglie, le parrocchie, nessuno escluso, si senta provocato nei propri stili e modi di vita, in una pluralità di scelte, facendo emergere una carità popolare e una solidarietà fatta di piccoli gesti in un contesto che è sempre più frammentato e frastagliato».

Il punto di partenza è il messaggio per la Quaresima di Papa Francesco, che ha posto il focus sui tre volti della povertà: materiale, spirituale e culturale. Il vescovo Francesco Beschi ha fatto propria questa triplice attenzione, chiedendo: cosa può fare la Chiesa di Bergamo, ponendosi nel solco del magistero giovanneo?

Hanno preso forma, così, le opere segno. «Segni di attenzione, carità, promozione umana ed educazione a cammini di solidarietà che abbiano ricadute nell’ordinarietà», spiega monsignor Nozza, ricordando i tre gruppi d’intervento che riguardano opere strutturali, opere su fragilità temporanee e opere educative. C’è il progetto internazionale per Haiti, per un contributo totale di 800 mila euro (dopo la consegna della scuola edile che verrà intitolata a Papa Giovanni, si garantisce il sostegno dell’attività scolastica per i prossimi tre anni); quello europeo, con il supporto alla parrocchia di Shengjin in Albania (550 mila euro) e quello «in casa» con la ristrutturazione del Galgario, luogo di accoglienza per i più poveri (circa 600 mila euro per i lavori e 250 mila euro all’anno per la gestione). Il secondo filone è dedicato al «servizio». E qui lo sguardo va alle famiglie alle prese con la crisi. Da un lato si incrementa con 600 mila euro il fondo famiglia-lavoro, per dare continuità a un percorso avviato già da alcuni anni. Con l’invito ai sacerdoti a devolvere una loro mensilità a questo scopo e alle comunità parrocchiale le offerte raccolte il 27 aprile. Dall’altro si crea il nuovo fondo famiglia-casa, per sostenere i nuclei con difficoltà abitative. La copertura finanziaria è di 3 milioni di euro su due anni, ricavati dalla vendita di un immobile della diocesi. Il terzo filone è rivolto al mondo culturale e socioculturale. «Si vuole aiutare i giovani tra i 18 e i 35 anni a diventare cittadini del mondo», spiega monsignor Nozza. Sostenendo le scelte di vita al servizio dei popoli più poveri del mondo e promuovendo borse di studio pre e post dottorato per i progetti di ricerca della Fondazione Papa Giovanni XXIII sui grandi temi generati dalla sua poliedrica figura.

C’è poi un fitto calendario di eventi (già partito, per concludersi l’11 ottobre con la consacrazione della chiesa del nuovo ospedale) che accompagna il cammino verso la canonizzazione. Ci sono momenti più strettamente pastorali, che coinvolgono le comunità parrocchiali ed eventi di dimensione diocesana. «Sono iniziative aperte a diverse categorie di persone – fa presente monsignor Nozza –: i giovani, con l’incontro dei cresimandi il 6 aprile a Sotto il Monte; gli adolescenti, ad esempio con la veglia della Giornata mondiale della gioventù o l’incontro degli animatori del Cre, il pellegrinaggio Assisi-Roma di agosto; le famiglie, mettendo a disposizione anche alcuni strumenti, come ad esempio un cartoncino con una preghiera per la Comunione ai malati e un cartoncino per la benedizione delle case».

Senza dimenticare il coinvolgimento istituzionale e pubblico. Il momento clou in questo senso sarà il ricordo dell’enciclica «Pacem in terris», il 12 aprile al Teatro Donizetti (dalle 10,30). Sono invitati gli ambasciatori dei Paesi in cui l’allora monsignor Angelo Roncalli svolse la sua missione diplomatica (Bulgaria, Turchia, Grecia e Francia) e di quei Paesi coinvolti nelle tensioni di quel particolare momento storico (Stati Uniti, Russia e Cuba). Dopo la prolusione di commemorazione di Jacques Delors, emerito presidente della Commissione europea, sono previste le testimonianze di due «figlie» di protagonisti del tempo, Maria Romana De Gasperi e Kerry Kennedy. «Il già presidente del Consiglio Enrico Letta aveva dato di buon grado la sua disponibilità a partecipare – ricorda monsignor Nozza –. Sono aperti contatti con la presidenza del Consiglio in merito all’agenda del nuovo premier Matteo Renzi». Il profilo della giornata e di tutte le iniziative messe in campo sono a immagine e somiglianza di Papa Giovanni XXIII. Un uomo radicato nel suo territorio, ma con lo sguardo puntato oltre, alla mondialità.

Per questo la portata dell’evento è non solo locale, ma anche nazionale e internazionale. Con le istituzioni chiamate a fare la loro parte: Regione e Provincia, infatti, hanno manifestato la volontà di essere partner di questo momento storico non solo per la Chiesa bergamasca, ma per tutti. Sono già stati avviati una serie di incontri. «Con Regione e Provincia c’è un discorso aperto per quanto riguarda la compartecipazione all’evento – precisa monsignor Nozza –, una compartecipazione che come punto di riferimento ha più Sotto il Monte, inteso come Comune e parrocchia». Gli importi stanziati dovrebbero essere, al momento, 40 mila euro a testa tra i due enti. In attesa che anche il Comune di Bergamo possa deliberare dei contributi.

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