Cronaca
Domenica 04 Giugno 2017
Panico attentato a Torino, oltre 1500 feriti
Nuove indagini, ipotesi procurato allarme
Sono 1.527 le persone che hanno avuto bisogno di cure mediche sabato sera a Torino dopo essere state coinvolte nella calca di piazza San Carlo. È quanto comunica la Prefettura. Le «maggiori preoccupazioni» sono per tre persone in «codice rosso», fra cui un bambino ricoverato all’ospedale infantile Regina Margherita.
Intanto la procura ha avviato un’indagine per far luce sulle cause e sulle responsabilità di quanto accaduto, ipotizzando il procurato allarme. Domenica mattina piazza San Carlo, dove c’è stato il fuggi fuggi generale, è stata ripulita dalla marea di rifiuti e oggetti rimasti a terra. Resta invece transennata la zona del passaggio al parcheggio sotterraneo, dove ci sarebbe stato il maggior numero di feriti gravi. E in prefettura è in corso un vertice con i responsabili delle forze dell’ordine e la sindaca. Intanto su quanto accaduto monta la polemica politica.
Ma cosa è successo? Una folla di migliaia di persone – tra le 20mila e le 40mila - è impazzita proprio quando stava per finire la partita della Juve. È stata prima l’esplosione di un piccolo petardo, e subito dopo la caduta di un parapetto in un parcheggio a causare il caos. Il primo ad accadere è stato l’esplosione, dopo il terzo goal del Real, di un mini esplosivo verso via Roma. Lo scoppio non è stato particolarmente forte ed è stato udito soltanto in una parte della piazza. Ma è bastato che uno gridasse «attentato» per dare vita al primo «fuggi fuggi».
Poi il secondo boato, provocato dalla caduta del parapetto di un parcheggio: anche la massa di gente in quest’area ha iniziato a correre e a quel punto la paura ha scatenato il caos in tutto il centro, causando i tantissimi feriti.
Ora la Digos sta indagando sui fatti della nottata per individuare i responsabili dell’esplosione del petardo che avrebbe generato il caos. I poliziotti stanno visionando i filmati delle telecamere presenti sulla piazza e stanno sentendo vari testimoni. I presunti responsabili potrebbero essere denunciati per procurato allarme.
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