Orio, Ryanair e i servizi a terra
Presidio dei lavoratori Sacbo

Nella mattinata del 23 marzo i lavoratori hanno manifestato a Grassobbio, all’esterno della sede della società che gestisce l’aeroporto, durante il Cda.

A tre settimane dall’interruzione della trattativa fra i sindacati dei trasporti di Cgil, Cisl e Uil di Bergamo e Sacbo spa, la società che gestisce lo scalo aeroportuale di Orio al Serio, il 23 marzo (dalle 10.00 a mezzogiorno) i lavoratori si sono riuniti in un presidio davanti alla sede di Grassobbio, dove era in corso la seduta del Consiglio di Amministrazione.

Il 3 marzo scorso Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uil Trasporti provinciali avevano annunciato l’avvio di una «procedura di raffreddamento» che, nella pratica, dopo un tentativo di conciliazione e un incontro in Prefettura, passaggi previsti dalla legge, potrebbe condurre ad uno sciopero. I sindacati hanno infatti ipotizzato la mobilitazione «entro un mese»: «La dirigenza, durante l’ultimo incontro ufficiale, non ha chiarito quali saranno le scelte strutturali che Sacbo metterà in campo per far fronte ai problemi legati alla Direttiva europea sull’accesso al mercato dei servizi di assistenza a terra negli aeroporti comunitari e, contemporaneamente, alle dichiarazioni di Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair, apparse recentemente sulla stampa locale» avevano detto i sindacalisti ad inizio marzo.

Una trattativa già difficile aperta per quello che i sindacati hanno definito «una carenza strutturale di organico» si è trasformata nella rivendicazione di risposte chiare sul futuro di Sacbo che oggi occupa circa 440 persone, 340 delle quali impegnate nei servizi a terra, cioè nell’handling, che Ryanair vorrebbe gestire direttamente per i propri voli, cioè per l’80% di quelli in partenza e in arrivo da Orio. «Uno scenario del genere potrebbe preludere ad una crisi dell’occupazione nello scalo: i lavoratori sono in ansia, preoccupati».

Il confronto con l’azienda si era aperto per carenze di personale: «Nel 2013 a fronte degli 8 milioni e 964 mila passeggeri transitati da Orio, al lavoro per Sacbo c’erano 435 persone. In un aeroporto dai volumi simili come quello di Linate, con poco più di 9 milioni di passeggeri, al lavoro per la gestione dello scalo (handling compreso) nel 2013 c’erano circa 1.500 dipendenti» hanno sottolineato i sindacalisti. L’altro fronte di rischio è quello dell’ipotetica inchiesta che Bruxelles potrebbe far partire: Sacbo, infatti, contravviene alle norme europee in materia di gestione diretta del settore dei servizi a terra. Su questo tema l’ipotesi ventilata da Sacbo, in maniera vaga, è stata quella di una societarizzazione dell’attività di handling da effettuarsi nel 2016.

«Con responsabilità – continuano i sindacalisti – abbiamo dichiarato di essere disponibili ad accompagnare le eventuali soluzioni prospettate dall’azienda con la necessaria contrattazione per salvaguardare i diritti dei lavoratori ed i posti di lavoro. Abbiamo chiesto all’azienda un accordo di II° livello che producesse un concreto miglioramento dell’organizzazione e degli ambienti di lavoro, nonché di far fronte alle attuali necessità di organico. Le necessità di organico sono urgenti e costringono tutti i reparti a lavorare a ritmi di lavoro che non sono più sostenibili».

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