Onore, l'ex poligono
una polveriera a cielo aperto

«Un muro di gomma»: così viene descritto il ministero della Difesa da quanti, negli anni, hanno dovuto scontrarsi con la sua burocrazia. Ci si rimbalza contro, senza venire a capo della questione: la bonifica dell'ex poligono militare di Onore.

«Un muro di gomma»: così viene descritto il ministero della Difesa da quanti, negli anni, hanno dovuto scontrarsi con la sua burocrazia. Ci si rimbalza contro, senza venire a capo della questione: la bonifica dell'ex poligono militare che dal 1946 e fino agli anni Novanta si estendeva nell'area della Valle dei Dadi nel Comune di Onore, arrivando a coinvolgere anche quelle limitrofe, intorno al monte Varro, soprattutto la Val di Tede, in territorio di Castione della Presolana.

La zona d'esercitazione è dismessa dal 1999, quando a seguito della riorganizzazione dei corpi militari venne abbandonata «di fatto»: non più usata, senza darne comunicazione al Comune e, soprattutto, senza che nessuno abbia provveduto a bonificarla dagli ordigni inesplosi, che periodicamente affiorano dal terreno.

Il 13 novembre l'ultimo ritrovamento: una piccola bomba da mortaio e, poco distante, una seconda di grosse dimensioni, con un diametro di 150 millimetri e una lunghezza di circa 700. Tanto basta, in paese, per tornare a chiedere la bonifica dell'ex poligono militare.

Il ministero competente (quello della Difesa) non sembra però intenzionato a provvedervi e anche i canali aperti con la Prefettura sono finiti su di un binario morto. Eppure da anni i cittadini di Onore e l'amministrazione si battono per questa causa. 

Nel 1950 il primo tragico incidente: i fratelli Dante, Giulia e Lidia Colotti furono dilaniati dallo scoppio di un proiettile d'artiglieria trovato in un prato. Erano gli anni delle esercitazioni «pesanti», a volte per eseguire le esercitazioni in sicurezza venivano addirittura sgombrate alcune case poste sotto la traiettoria dei proiettili.

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