Omicidio in Brasile, il mistero polizza
Il papà di Puppo allontanato dall’aula

Roberto Puppo - il bergamasco ucciso in Brasile - intestò la polizza vita alla moglie di Fabio Bertola perché doveva ai due coniugi circa 60-70 mila euro che gli erano stati prestati. Lo ha spiegato lo stesso Bertola alla ripresa del processo.

Processo che ha fatto registrare anche l’allontanamento dall’aula del papà di Roberto Puppo che si è alzato in piedi e ha urlato una frase del tipo «quante balle» mentre Fabio Bertola, 44 anni di Verdellino, stava spiegando ai giudici la vicenda di un appartamento che aveva venduto alla vittima.

Roberto Puppo si era lamentato di averlo pagato troppo: Bertola ha spiegato di averlo fatto vedere al momento dell’acquisto, mentre il padre sostiene che sia stato comprato a scatola chiusa.

Il procedimento contro Bertola è nato da una querela per diffamazione che lui stesso aveva presentato. Il 27 dicembre del 2010 aveva letto sui giornali che la donna arrestata in Brasile nell’ambito delle indagini sull’omicidio Puppo lo aveva indicato come mandante.

Lui allora si era recato dai carabinieri per chiedere cosa fare, perché si sentiva calunniato. Perché allora - ha domandato il pm - Bertola ai carabinieri non ha parlato della polizza stipulata da Puppo e di cui era beneficiaria la moglie dell’imputato?

«Ero frastornato - ha spiegato in sintesi Bertola durante il processo -, poi i giornali parlavano di un omicidio per rapina. Quindi non vedevo il nesso». Inoltre, ha spiegato sempre Bertola, Puppo aveva intenzione di cambiare beneficiario, nominando la propria madre.

L’intestazione alla moglie di Bertola sarebbe stata temporanea, proprio in ragione del debito che aveva coi due coniugi: partendo per il Brasile - ha sostenuto Bertola - voleva lasciare qualcosa tangibile per confermare la sua reale intenzione di saldare al più presto quel debito.

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