«Voglio ribadire la mia estraneità a questo delitto e la mia innocenza». È la dichiarazione resa questa mattina a Brescia da Guglielmo Gatti, il nipote di Aldo Donegani e Luisa De Leo, gli zii della cui morte l’uomo è accusato: i coniugi Donegani erano stati trovati il 17 agosto 2005, fatti a pezzi, al confine con la provincia di Bergamo, al Passo del Vivione. Il legale dell’imputato, l’avvocato Luca Broli, aveva chiesto una retrocessione del processo alla fase delle indagini preliminari, perché solo il 18 settembre gli era stata notificata un’integrazione del fascicolo dell’accusa. Ma la Corte d’Assise ha respinto la richiesta, perché «non sono stati compiuti atti lesivi del diritto di difesa». Gatti ha chiesto di poter intervenire per rispondere all’avvocato di parte civile, e ha aggiunto: «Sono innocente, questa è la mia unica posizione». Ha inoltre chiesto di non essere più sottoposto a forme di provocazione psicologica in carcere: ha sostenuto di essere stato sottoposto ad accertamenti di tipo investigativo psicologico. Ma il presidente della Corte d’Assise, Enrico Fischetti, ha replicato che non risulta esserci alcuna attività di indagine peritale in corso.(27/09/2006)
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