Una sostanziale riconferma della sentenza emessa in primo grado dal giudice dell’udienza preliminare di Bergamo il 6 giugno dello scorso anno: 14 anni di reclusione. E’ questa la pena inflitta questa mattina dalla Corte d’assise d’appello di Brescia nei confronti di Domenico Moraschini, tecnico di 46 anni di Pedrengo, accusato di aver ucciso con una coltellata la moglie Giovanna Algeri, 43 anni di Pedrengo. Moraschini ha ottenuto gli arresti domiciliari: dal giorno dell’omicidio, avvenuto il 26 maggio 2002, è sempre rimasto nel carcere di via Gleno.
I fatti risalgono alla sera del 26 maggio 2002: Moraschini aveva mantenuto l’abitudine di trascorrere i fine settimana con la moglie nella sua casa natale a Valbondione, nonostante tra i due coniugi da qualche tempo i rapporti si fossero fatti più difficili (tanto che abitavano ormai in due case separate). Quella sera, una domenica, i due stavano per rientrare a Pedrengo: con loro la figlia, oggi diciottenne, che al momento del fatto si era allontanata per qualche minuto dall’abitazione, mentre un altro figlio di 17 anni era rimasto a Pedrengo dai nonni. Ad un tratto tra i coniugi era scoppiata una violenta lite. Al ritorno della figlia Giovanna Algeri era stesa a terra priva di vita, colpita da una coltellata alla gola; il marito era al piano superiore, dove aveva cercato di togliersi la vita con la stessa arma usata contro la moglie, un coltello da cucina, dopo aver scritto un biglietto di addio.
(27/02/2004)
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