È durato un’ora e mezza il sopralluogo alla baracca di Madone, teatro il 1° di agosto della morte di Gabriele Carminati, 39 anni. La nuova ispezione era stata chiesta dai legali di Osvaldo Locatelli, il 61enne - cugino di secondo grado della vittima - fermato perché sospettato di essere l’omicida. Gli avvocati di Locatelli (Carlo Cofini e Cristina Pizzocaro) hanno chiesto e ottenuto di essere accompagnati sul luogo del delitto insieme a un perito di parte, un chirurgo veronese esperto di ematologia. Alla presenza dei carabinieri della scientifica di Bergamo, dei rappresentanti dell’Arma della stazione locale e del legale dei parenti della vittima (Isacco Sacco), il consulente ha scattato decine di fotografie e ha anche girato un filmato: sotto la lente, alla ricerca di tracce di sangue, sono finite tutte le pareti esterne della baracca e il terreno, partendo da dove Gabriele Carminati era stato ferito e per una decina di metri fino quasi alla baracca, dove si era accasciato nei pressi di un lavandino.
Il perito ha anche verificato un pezzo di opalina (si sospetta che una pietra simile possa essere stata l’arma utilizzata) che è stata analizzata sul posto per vedere se fosse tagliente. Raccolto invece un pelo, che dovrà essere analizzato. I legali dell’accusato hanno definito il sopralluogo come molto utile alle indagini, senza peraltro sbilanciarsi sulla strategia difensiva che intendono seguire. In ogni caso sarà necessario attendere la relazione del perito e le analisi del reperto per stabilire con certezza se i nuovi elementi possono mutare il quadro delle ricostruzioni fatte finora.
(17/08/2005)
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