Omicidio Cantamessa
Restano in cella tre indiani

Uno ha negato le accuse, due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, il quarto è stato scarcerato per mancanza di gravi indizi di colpevolezza. I fermi dei quattro indiani del gruppo Ram finiti in manette la scorsa settimana per tentato omicidio sono stati tutti convalidati.

A emetterli era stato il pm Fabio Pelosi, all’indomani della sentenza di condanna a 23 anni nei confronti di Vicky Vicky, l’indiano ventiseienne in carcere per il duplice omicidio del fratello Baldev Kumar e di Eleonora Cantamessa, la ginecologa di Trescore che s’era fermata a soccorrerlo.

Già, perché Kumar era a terra agonizzante per le ferite ricevute in seguito a un’aggressione, quando su di lui e sui soccorritori era piombata l’auto guidata da Vicky Vicky. Sarebbe morto anche senza l’investimento, è stato il responso dell’autopsia. Insomma, le lesioni inferte dai rivali erano letali.

E così - nel timore che, leggendo la notizia sui giornali, i sei del clan dei Ram contro cui la corte d’assise aveva disposto indagini per tentato omicidio potessero fuggire - il pm Pelosi si era affrettato a firmare i fermi. Due degli interessati risultavano già in India da tempo: Ram Sandeep era stato espulso, Ram Pandeep era invece ritornato in patria da almeno due mesi. Gli altri 4 invece sono finiti in carcere. Si tratta di Ram Dalbir e dei due figli Ram Rajwinder e Ram Satwinder, tutti residenti a Vigano San Martino, e di Dhanda Charanjit, detto Soddi, indiano di 41 anni, di Borgo di Terzo. Tutti sono accusati di aver partecipato all’aggressione ai danni del gruppo dei Kumar la sera dell’8 settembre 2013 a Chiuduno, terminata con il duplice omicidio.

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