Prime schermaglie davanti alla Corte d’assise di Bergamo presieduta dal giudice Giovanni Ferraro, a latere Federica Gaudino, per la prima udienza del processo per omicidio volontario premeditato nei confronti di Giuseppe Poretti, 56 anni, e Alessandro Ardenghi, 57 anni, i due cugini di Scanzorosciate accusati dal pm Carmen Pugliese dell’uccisione, avvenuta il 3 agosto 2006, di due cittadini romeni, Dorin Cozman e Mircea Trif, e del tentato omicidio di altri due loro connazionali. I due cugini, attualmente detenuti, per l’accusa avrebbero sparato a quattro romeni che li avevano raggiunti alla casa di Poretti, uccidendone due e cercando poi di nasconderne i corpi in una tinozza. I carabinieri li avevano rintracciati e arrestati per omicidio. Dopo il giuramento di rito dei giudici popolari, la Corte ha ascoltato le eccezioni preliminari, mosse dalla difesa: a parlare è stato l’avvocato Luigi Villa, che insieme al collega Salvatore Scutoassiste Poretti, e a lui si è associato anche l’avvocato Francesca Longhi, difensore di Ardenghi. In sostanza la difesa ha sollevato la questione di nullità in relazione all’autopsia e all’esame dello stube, quello che permette di trovare tracce di polvere da sparo su abiti e pelle: in entrambi i casi si sarebbe trattato di accertamenti tecnici irripetibili, non fatti nelle dovute forme. La Corte d’assise, preso atto del parere contrario del pm e dei difensori di parte civile (avvocati Andrea Pezzotta, Mauro Invernizzi, Marco Zambelli e Gianstefano Bergamaschi, quest’ultimo del foro di Cremona), ha respinto le eccezioni. Aperta l’istruttoria, i giudici hanno acquisito le richieste di prova delle varie parti e l’elenco dei testimoni indicati da ciascuno. La prossima udienza, con i primi testimoni d’accusa, è stata fissata per il 26 ottobre.(12/10/2007)
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