Oggetti ritirati ai passeggeri
Dove finiscono? «Uno spreco»

Dove finiscono i prodotti e gli oggetti ritirati ai passeggeri negli aeroporti, specie ai controlli degli imbarchi? Se lo chiede un parlamentare trevigiano che ha inviato una interrogazione alla Commissione europea, nella quale spiega che «potrebbero essere destinati ad associazioni di carità».

Dove finiscono i prodotti e gli oggetti ritirati ai passeggeri negli aeroporti, specie ai controlli degli imbarchi? Se lo chiede un parlamentare trevigiano che ha inviato una interrogazione alla Commissione europea.

‹‹Nella maggior parte dei casi - spiega l’eurodeputato della Lega Nord Giancarlo Scottà - finiscono per essere gettati nella spazzatura ancora integri, quando potrebbero essere destinati ad associazioni di carità per un fine decisamente più nobile››.

L’interrogazione di Scottà ha come oggetto le «procedure di trattamento dei liquidi e degli oggetti proibiti negli aeroporti». L’europarlamentare trevigiano sottolinea che «nella normativa comunitaria non vi è alcun riferimento alla gestione dei suddetti articoli» e che «le disposizioni dell’Ue sul tema elencano soltanto quali oggetti o prodotti non siano ammessi a bordo dei velivoli, mentre non si specifica dove essi finiscano una volta ritirati ai passeggeri›».

«La competenza degli organi di gestione della sicurezza aeroportuale, infatti –spiega Scottà- termina nel momento in cui è stata impedita l’introduzione di tali prodotti nella cosiddetta area sterile. La loro successiva gestione − come mi è stato indicato, limitatamente al caso italiano, dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile − è di norma assicurata dagli stessi gestori aeroportuali, che ne curano la distruzione o la successiva cessione ad organismi di volontariato oppure adottano procedure differenti, che tuttavia non sono chiaramente esplicitate e soprattutto differiscono per ogni aeroporto›».

«Ho chiesto dunque all’Esecutivo Ue, -ha proseguito l’eurodeputato leghista- se esistono, anche se non concordate ufficialmente a livello europeo, procedure comuni per la gestione di tali prodotti da parte degli organismi di sicurezza aeroportuale e se si intende procedere ad armonizzare i sistemi di gestione di questi prodotti, anche con l’obiettivo di garantire la piena trasparenza dei sistemi di sicurezza».

«Ė avvilente -ha concluso Scottà- che vengano cestinati prodotti perfettamente utilizzabili, tra cui bevande, cibi semisolidi, prodotti cosmetici e tanti altri ancora, quando vi sono milioni di persone disagiate e meno abbienti che ne avrebbero bisogno e alle quali potrebbero essere donati attraverso degli accordi, regolati dalla Ue, tra gli aeroporti e gli organismi di volontariato».

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