Nuove tecnologie e banda ultralarga
L’Italia è ancora (troppo) Indietro

Il nostro Paese si piazza al 55° posto: ne guadagna 3 ma è dietro a Malta, Cipro o Kazakistan

L’Italia avanza di 3 posizioni nella classifica del World economic forum dedicata all’Information technology, ma non va oltre il 55° posto, dietro a Paesi come Israele, Estonia, Malta, Cipro o Kazakistan. A pesare, oltre a fattori generali come lo scenario politico o il sistema giudiziario, anche debolezze relative alla carenza di venture capital e di investimenti pubblici in tecnologie avanzate. Malgrado i progressi della pubblica amministrazione. nei servizi on line, infatti, il governo «non è ancora capace di promuovere adeguatamente l’Ict».

Il ritardo dell’Italia «è notevole» in fatto di «tecnologie di accesso di nuova generazione e di banda ultralarga». Lo afferma il Wef nel Global Information Technology Report 2015. Secondo il Wef, inoltre, «l’Agenzia del Governo nata nel 2012 per implementare l’agenda digitale nazionale ha largamente disatteso le promesse». L’organismo ricorda comunque il piano annunciato da Palazzo Chigi lo scorso marzo, che prevede investimenti pubblici per 6 miliardi, puntando su una pari somma da parte dei privati.

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