Non si riapre la caccia al lupo
Esultano gli ambientalisti

Le Regioni, dopo l’ondata di proteste di cittadini e ambientalisti, hanno chiesto e ottenuto dal Ministero dell’Ambiente di rinviare l’approvazione del Piano per la conservazione del lupo, che permetteva gli abbattimenti controllati.

Il Piano sarà ridiscusso e votato il 23 febbraio prossimo. Ma quasi certamente, hanno fatto capire le Regioni, la riapertura della caccia sarà eliminata, mentre verranno mantenute tutte le altre misure per permettere la convivenza fra lupi e bestiame. Esultano gli ambientalisti, mentre gli allevatori chiedono che si tutelino anche greggi e mandrie. Oggi a Roma era in programma la Conferenza Stato-Regioni, che doveva approvare il Piano Lupo preparato dal Ministero con la sua agenzia di ricerca Ispra e una settantina di esperti. Il documento cerca di affrontare il problema dei danni agli allevamenti provocati dal proliferare di questi predatori (oggi in Italia sono circa 1.500-2.000, soprattutto in Appennino). Sono previsti monitoraggio della popolazione, campagne di informazione sui sistemi di prevenzione naturali (cani pastori, rifugi, recinti elettrificati), gestione dei pascoli, lotta agli incroci con i cani, nucleo anti-bracconaggio dei carabinieri, rimborsi più rapidi. Il Piano prevedeva, in casi estremi e previa autorizzazione di Regioni e Ministero, di permettere abbattimenti fino al 5% della popolazione complessiva italiana.

L’ipotesi di riaprire la caccia al lupo, vietata dal 1971, ha provocato una sollevazione delle associazioni ambientaliste, dilagata sul web. Vari appelli sui social network contro gli abbattimenti hanno raccolto quasi 700.000 firme. Di fronte alle proteste, i governatori hanno cominciato a fare marcia indietro, manifestando dubbi o contrarietà su questo punto del Piano. La svolta è arrivata stamani, alla Conferenza delle Regioni a Roma. Il presidente Stefano Bonaccini (governatore dell’Emilia Romagna), ricevendo le associazioni ambientaliste, ha annunciato che avrebbe chiesto al Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, un rinvio dell’approvazione del Piano. “Vogliamo approfondire la discussione - ha detto -. Ci sono alcune misure che rischiano di non essere convincenti”.

Il messaggio politico era chiaro: va bene il piano, ma i lupi non si toccano. Il ministero, che aveva difeso fino all’ultimo la possibilità degli abbattimenti, nel pomeriggio alla Stato-Regioni ha accettato di rinviare il voto al 23 febbraio. “Spero che il rinvio - ha commentato Galletti - serva a restituire la giusta serenità al dibattito e a far guardare tutti alla realtà dei fatti: non c’è nessuna riapertura della caccia al lupo, ma ventidue misure di grande valore scientifico che salvano la specie”. Le associazioni ambientaliste si dicono soddisfatte del rinvio e auspicano che il Piano venga approvato senza il via libera alle doppiette. Sul versante degli allevatori, la Coldiretti commenta “ora occorre salvare le mandrie con i vitelli ed i greggi di pecore, che stanno subendo una vera e propria strage”.

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