Cronaca
Martedì 18 Ottobre 2011
Non si ferma la guerra dell'acqua
Uniacque chiude i rubinetti
Va avanti il braccio di ferro a Sovere per il pagamento delle bollette dell'acqua relative agli anni 2007, 2008 e 2009: Uniacque, la società che distribuisce l'acqua in 160 Comuni bergamaschi, un mese fa aveva mandato 40 cartoline a utenze che non risultavano in regola con i pagamenti pregressi.
Va avanti il braccio di ferro a Sovere per il pagamento delle bollette dell'acqua relative agli anni 2007, 2008 e 2009: Uniacque, la società che distribuisce l'acqua in 160 Comuni bergamaschi, un mese fa aveva mandato 40 cartoline a utenze che non risultavano in regola con i pagamenti pregressi. L'atto di forza ha raggiunto il suo scopo (stando a quanto dichiarato ieri da Uniacque): 28 titolari di contatori sono corsi a mettersi in regola, 12 tengono duro e continuano a non pagare. E la società ha iniziato a chiudere i contatori: bloccati i primi sette.
Ma nei prossimi giorni partirà un'altra sventagliata di cartoline: la società dei Comuni e della Provincia di Bergamo ne spedirà altre 60 per recuperare i soldi che risultano non essere stati ancora versati dai soveresi.
Ma al posto delle barricate in strada, gli «indignati» di Sovere vogliono giustizia nelle sedi istituzionali, amministrative o giudiziarie, e lo fanno con gli strumenti che la democrazia mette loro a disposizione: carte bollate, lettere raccomandate e pareri legali che ormai riempiono decine di faldoni.
Aprirli è semplice, capirci qualcosa molto meno, perché occorre mettere mani e testa a 15 anni di leggi (la prima, la legge Galli, è del 1996) e di decreti attuativi nazionali, ai regolamenti di società e autorità d'ambito locali.
Eppure a Sovere ci stanno provando. «Per tutti i nostri – spiegano i rappresentanti del comitato – abbiamo aperto una regolare e legittima contestazione che ha sospeso ogni termine di pagamento e nonostante ciò, solo per puro senso civico, gli utenti di Uniacque del nostro comitato hanno comunque versato una quota per l'acqua consumata». Per puro senso civico, perché in realtà «nessuna autorità giudiziaria – aggiungono – ha mai emesso sentenze a favore di Uniacque spa, ma soltanto contro».
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