Cronaca / Valle Brembana
Lunedì 10 Agosto 2015
«Non andate in bici in Val Brembana
Quella ciclabile è troppo pericolosa»
L’invito (e lo sfogo) di Claudia Ratti, presidente dell’Aribi, l’associazione per il rilancio della bicicletta. «Politici e abitanti si sveglino».
L’invito è perentorio, ma anche carico di rabbia ed amarezza. «Non andate sulla ciclabile della Valle Brembana, è troppo pericolosa». E se a dirlo è una paladina delle due ruote come Claudia Ratti, presidente dell’Aribi (l’Associazione per il rilancio della bicicletta) c’è davvero da preoccuparsi. «Spiace arrivare a dire ”non scegliete quella meta” ma dopo anni di tentativi di risoluzione non ci resta che questo. La nostra Federazione è già stata avvisata in modo che le associazioni nostre consorelle che potrebbero avere scelto questa destinazione, si rivolgano altrove. È troppo pericolosa» spiega.
E la Ratti ha affidato il suo sfogo ad un post su Facebook: «Penso che siamo un Paese alla deriva che è così stremato e disabituato al giusto e al bello che si arrende su tutto. Ora stringo il campo alle nostre zone; ogni giorno mi arrivano sollecitazioni a “fare qualcosa” per quell’accidenti di pista ciclopedonale della Valle Brembana che ha perennemente le luci guaste: mi chiedo davvero quanta vera volontà di attrarre cicloturisti in Valle vi sia,se per attrarli, non si fa nemmeno il minimo indispensabile» spiega. «E non ho più voglia di sentire rimbalzare la palla delle responsabilità perché anche a valle sull’ex sedime della ferrovia abbiamo apprezzato il peggiore stile dei politici locali e se non fosse per un gruppo di lavoratori volontari non avremmo nemmeno apprezzato il potenziale di quel bel territorio».
Una situazione nota al punto che sulla nota piattaforma di Change.org è stata pubblicata una raccolta firme per riaccendere le luci in galleria. «Ma smettiamola di dire che promuoviamo il territorio e sosteniamo la mobilità dolce solo per sentirci vagamente simili al nord Europa Smettiamola di prendere per i fondelli la gente e chiamiamo le cose con il loro nome: apatia da sfinimento. Sono certa che se ci scappasse il morto nelle buie gallerie o se accadesse qualcosa di grave, dal giorno stesso si avrebbero soldi e manodopera pur di riaccreditarsi agli occhi della società. Vergogna! Invito la gente a non scegliere la Valle Brembana come percorso cicloturistico perché troppo pericolosa fintanto che non si assumeranno scelte di interventi definitivi e lungimiranti a partire dalla cosa più banale: la luce che dà sicurezza. Il cicloturismo foraggia l’indotto quindi a questo punto oltre a petizioni on line e gruppi che hanno ragione di esistere, sono gli abitanti della valle che dovrebbero svegliarsi e sollecitate gli amministratori che in questo modo non assicurano fonti di guadagno» conclude la presidente dell’Aribi.
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