Noleggia un treno per tornare bambino

Dicono che in treno hai una visione laterale del mondo. Tu vai avanti, ma vedi solo quello che ti scorre accanto: paesaggi che sembrano sconfinati, la pace di una collina lontana, il disordine quotidiano di strade e fabbriche, a volte il buio di una galleria, la tua faccia riflessa nel vetro del finestrino. Per lui invece il treno è stato un modo per voltarsi indietro: guardare fuori e rivedersi bambino, quando, nell’immediato dopoguerra, la mamma lo accompagnava alla stazione di Montello e lo metteva sul convoglio per Lecco destinazione Cisano e da lì, a piedi, fino a Caprino per la villeggiatura estiva dai nonni. Un viaggio nella memoria. Mario Andreoli, 65 anni, impresario edile di Bagnatica, poteva prendere il treno della mente, ma certe volte dentro di te i ricordi viaggiano troppo veloci, puntualissimi, pochi secondi e sei a destinazione. A lui serviva un treno lento, che fermasse a ogni stazione, possibilmente in ritardo, per gustarsi ogni attimo. Lo ha trovato, dopo lunghe ricerche, a Chiavenna: una locomotiva a vapore del 1923 e quattro vagoni di legno. Ci ha caricato mezzo paese, 270 persone: amici, imprenditori e i bambini delle elementari, quelli che hanno la stessa età di quando in carrozza ci saliva lui. Da Bergamo a Bellano, con sosta obbligatoria a Cisano, come una volta. Ci sono volute 5 tonnellate di carbone e una locomotiva che in salita spingesse il convoglio del tempo. Non è dato di sapere quanto ci abbia impiegato, se sia giunto in orario: certe volte l’importante è solo partire, la meta è il viaggio stesso. Quel treno viaggiava (all’indietro) negli anni. Mica doveva spaccare il secondo.

(05/08/2004)

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