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(Foto di Bedolis)
«Mi chiedo perché le forze dell’ordine non possano fare nulla per eliminare il problema alla radice. A questo punto, visti i continui disagi, le partite andrebbero giocate a porte chiuse oppure andrebbero vietate le trasferte a questi ultrà violenti».
«Mi chiedo perché le forze dell’ordine non possano fare nulla per eliminare il problema alla radice. A questo punto, visti i continui disagi, le partite andrebbero giocate a porte chiuse oppure andrebbero vietate le trasferte a questi ultrà violenti».
È lo sfogo di Emanuela Orlando, gestrice del bar Ma.Lu, situato di fronte all’ingresso della Curva Sud dello stadio. Proprio lì domenica si sono concentrate le maggiori tensioni: prima del fischio d’inizio, un gruppo di romanisti ha tentato di sfondare uno dei cancelli del piazzale, mentre a fine gara alcuni tifosi atalantini hanno lanciato bottiglie, sassi e alcune bombe carta verso i supporters giallorossi.
Per i responsabili dell’attività, ogni partita casalinga dell’Atalanta si rivela così un incubo: «Domenica – spiega Emanuela Orlando – ci ha seccato il fatto che i tifosi della Roma siano usciti dai cancelli e siano entrati nel bar. Nessuno ci ha avvisato di questa cosa: una volta all’interno hanno rubato cibo, bibite e soprattutto coltelli. Facendo due conti abbiamo perso 500 euro. Siamo stati, inoltre minacciati da alcuni di questi ultrà: se non avessimo venduto loro degli alcolici, nonostante il divieto assoluto che abbiamo, ci avrebbero distrutto il bar».
Il locale ha poi dovuto abbassare le saracinesche per evitare possibili tensioni: «Abbiamo lavorato – prosegue la gestrice – completamente blindati, mettendo così a rischio anche la nostra incolumità visto che all’interno avevamo alcuni romanisti. La prossima gara in programma è contro la Juventus ed è impossibile non pensare a ciò che è successo la passata stagione. Anche allora abbiamo dovuto chiuderci dentro per paura e, per di più, abbiamo soccorso alcuni feriti».
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