Cronaca / Bergamo Città
Sabato 27 Giugno 2015
«Nidi comunali, è ora di assumere»
Presidio dei lavoratori a Palazzo Frizzoni
Bergamo, lunedì 29 giugno protesteranno durante i lavori del Consiglio comunale. Cisl e Cgil: in 10 anni, «privatizzati» 5 asili su 12, persa una ventina di posti di lavoro. «La strategia del Comune è chiara: optare per una gestione esterna anziché assumere il personale necessario, nonostante oggi la circolare Madia lo consenta».
La querelle sugli asili nido di Bergamo – si legge in una nota diffusa nel pomeriggio del 27 giugno – si trascina da qualche anno, ma di questi tempi la protesta dei lavoratori dipendenti di Palafrizzoni si sta allargando, alla ricerca di qualità e visibilità. Per questo, il centinaio di lavoratori (82 educatori, 12 ausiliari) dei restanti 8 nidi comunali presidieranno i lavori del Consiglio comunale di lunedì 29 giugno, «per sensibilizzare amministrazione e popolazione della città sulla necessità della tutela e valorizzazione della gestione diretta dei nidi».
La storia parte da lontano: dal 2000, spiegano i sindacati, e a prescindere dal colore dell’amministrazione che si succedeva in Comune. Sono 4 gli asili nido che il Comune di Bergamo ha già dato in gestione alle cooperative. Dal prossimo anno educativo saranno 5. Anche quello di Città Alta, infatti, fa già parte del piano di esternalizzazione. Negli anni, rilevano i sindacati, si è avuta anche una perdita di personale di una ventina di unità.
Il personale degli asili nido, riunito in assemblea nei giorni scorsi, si è espresso negativamente sulla scelta di esternalizzare anche il nido di Città Alta. «Nel corso degli anni – scrive la Rsu in una lettera aperta sulla questione – sono state affidate in gestione all’esterno tutte le mense degli asili nido, tranne due, servizio che prima era gestito direttamente dal personale comunale. Il pasto trasportato ha una qualità diversa dal cibo preparato all’interno del nido. Inoltre, contemporaneamente, anche il servizio delle pulizie interne di diversi nidi, è stato affidato alla cooperativa. Tale scelta, si è resa necessaria in tempi celeri per l’impossibilità di sostituire il personale che cessava dal servizio con conseguente diminuzione della qualità del servizio offerto».
«Nel tempo, sono sorti altri servizi integrativi come ludoteche e spazi gioco e si sono ampliate le capienze degli asili nido a seguito della costruzione del nido di Campagnola e della recente ristrutturazione ed ampliamento del nido di Borgo Palazzo, pertanto all’interno dei servizi comunali per l’infanzia si è sempre cercato di soddisfare tempestivamente le esigenze dell’utenza. Dopo un’esperienza di parecchi anni negli asili nido della città, si è riscontrata l’estrema disponibilità e duttilità del personale comunale verso i cambiamenti con particolare riguardo alla continua cooperazione tra personale educativo e personale socio assistenziale, la cui sinergia concorre ogni giorno faticosamente alle scelte per l’ottimizzazione del servizio».
In pratica, i lavoratori dei nidi comunali chiedono che vengano effettuate le 7-8 assunzioni di personale educativo necessarie per garantire ancora una qualità adeguata del servizio nei nidi gestiti direttamente: l’età media delle dipendenti, infatti, si sta alzando decisamente, attorno alla quota dei 50 anni. «Gente nuova contribuirebbe a ridare una certa freschezza anche all’immagine dei nidi e a progettare e sperimentare nuovi servizi o nuove proposte nei confronti dei bambini. Invece, la mancanza di personale e l’età anagrafica che avanza vengono usate dal Comune per spingere verso l’affido a cooperative la gestione dei nidi».
Eppure, spiegano i sindacati, una graduatoria pronta per immissioni in ruolo di personale educativo è tuttora aperta in Comune. «Ma la giunta Gori non ci sente. La carenza di personale, tra l’altro, porta anche le educatrici dei nidi municipali a utilizzare il monte ore “sociale” (ovvero da destinare a programmazione e incontri con i genitori) per sostituire il personale mancante per ferie o malattia».
«Perché si sceglie di affidare all’esterno un servizio quando ci sono le possibilità di assumere personale? – si chiede la Rsu - Il risparmio in termini generali non è tale da giustificare questa scelta: si ipotizza invece che le motivazioni alla base di suddetta decisione siano lo sgravio per l’Amministrazione comunale dei problemi gestionali che il servizio comporta e che verrebbero quindi affidati all’esterno. I nidi comunali a gestione diretta sono sempre stati il “fiore all’occhiello” di questa città sia per la qualità del servizio sia per l’alta professionalità del personale che opera con competenza e serietà, ma soprattutto con una grande passione per il proprio lavoro. Naturalmente nessuno nega che il privato possa offrire un servizio adeguato, ma la differenza sta nel fatto che è mosso soprattutto da interessi economici che possono venir meno in qualunque momento con conseguenze ben immaginabili sul servizio offerto. Ecco perché - concludono i lavoratori - la gestione pubblica degli asili nido rimane nel tempo una garanzia di stabilità e serietà per l’utenza, in quanto il personale che vi opera ha un contratto con garanzie precise che assicurano crescita professionale e stabilità all’utenza».
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